ECONOMIA
I ristoratori sanniti: ‘Mercoledì consegneremo le chiavi delle nostre attività a Mastella’

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“Mercoledì 29 aprile una delegazione di ristoratori sanniti consegnerà le chiavi delle nostre attività – una cinquantina in totale – al sindaco Mastella affinché si faccia portavoce con il Governo della nostra drammatica situazione”. Lo annuncia a Ntr24 l’imprenditore caudino Mario Carfora, referente del gruppo ‘Emergenza Ristorazione’, a seguito delle ultimissime disposizioni ministeriali che prevedono la riapertura per ristoranti e pizzerie soltanto dal primo giugno.
Nei giorni scorsi il comparto aveva lanciato attraverso la stampa un grido di disperazione paventando il rischio di fallimento per molti esercizi, in un’area – scrivevano – “già fortemente penalizzata da una atavica depressione del sistema produttivo e turistico”.
La manifestazione simbolica delle chiavi era già stata annunciata a conclusione di una nota: “Ci uniremo alla manifestazione di protesta organizzata dai movimenti di imprenditori del mondo HO.RE.CA del 29 aprile, che si recheranno presso i loro municipi a consegnare ai sindaci le chiavi dei propri locali, in quanto non sussistono i presupposti economici per il prosieguo dell’attività”.
Questo il messaggio che sarà rivolto al sindaco Mastella: “Quando un imprenditore arriva soltanto ad immaginare di poter rinunciare al lavoro di una vita e a compiere un gesto così grave per quanto simbolico, come la consegna delle chiavi del proprio locale, può essere mosso soltanto dall’istinto di sopravvivenza. Nessuna appartenenza politica, nessun credo ideologico, nessun tentativo speculativo; soltanto amarezza, sofferenza e paura ci spingono ad indirizzare a lei le nostre disperate richieste di aiuto, non solo quale destinatario diretto di alcune di esse, ma soprattutto per investirla del delicato ruolo di portavoce delle nostre istanze presso le sedi istituzionali regionali e nazionali. Lei conosce perfettamente la realtà socio-economica della nostra città e della nostra provincia, e sa bene con quanta dignità abbiamo sempre portato avanti le nostre attività in un territorio difficile, a cui anche lei da sempre sta cercando di dare un impulso produttivo e turistico. Ora, di fronte a questa terribile emergenza, stiamo assistendo inermi alla distruzione dei nostri progetti. E’ come se un terremoto colpisse un centro abitativo di case già vecchie e logore, i danni sono maggiori che altrove, la ricostruzione e la rinascita più difficili. Abbiamo individuato una serie di misure che, rispettando i limiti imposti dalla emergenza sanitaria, ci potrebbero consentire di provare a salvare il nostro lavoro, quello dei nostri dipendenti e ridare il sorriso oramai spento a tante famiglie preoccupate. Come sempre noi faremo la nostra parte, con la tenacia e la caparbietà che contraddistinguono il popolo sannita. Le istituzioni, questa volta, facciano la loro”.
Secondo le prime stime, con il lockdown fino a tutto maggio, per le attività ristorative italiane significa mettere in conto altri 9 miliardi di euro di perdite. “La misura è colma”, ha affermato la Fipe, commentando le novità sulla Fase 2. La federazione degli esercizi pubblici ha anche lamentato la totale assenza di regole chiare: “Sappiamo solo quanto dovremo stare ancora chiusi, nulla si sa quando le misure di sostegno verranno messe in atto – scrive in un comunicato -. Tutto questo a dispetto sia del buon senso che della classificazione di rischio appena effettuata dall’Inail che indica i pubblici esercizi come attività a basso rischio. Questo nonostante la categoria abbia messo a punto protocolli specifici per riaprire in sicurezza”.
A livello nazionale le stime sono catastrofiche: a rischio di chiusura ci sono oltre 50mila imprese e 350mila persone perderanno il loro posto di lavoro.