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Violenza di genere, Silvio Pezzotta ricorda a Benevento la figlia uccisa dalle Bestie di Satana

La giornata ha visto anche l'inaugurazione del "Posto Occupato" nell'aula magna dell'ateneo telematico di Benevento per ricordare le migliaia di donne uccise a simbolo di quei posti che nella società non potranno più occupare

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Un drappo rosso, un fascio di rose rosse e una targa segnano il posto che ogni donna occuperà idealmente da oggi nell’aula magma dell’Unifortunato a simboleggiare quella vita e quei sogni interrotti dalla violenza che un ex marito, un ex compagno o uno sconosciuto hanno perpetrato nei suoi confronti.

Un gesto concreto che l’ateneo telematico di Benevento ha voluto dedicare alle migliaia di vittime di violenza in occasione di uno degli appuntamenti formativi sul tema che la Procura di Benevento insieme al tavolo interistituzionale ha istituito per affrontare, contrastare e prevenire il fenomeno.

Il seminario, che ha coinvolto numerosi studenti delle scuole cittadine, ha visto il momento clou nella testimonianza di Silvio Pezzotta, padre di Mariangela, uccisa il 24 gennaio del 2004 a 27 anni in uno chalet di Golasecca nel varesotto dalle “Bestie di Satana”.

Un caso di cronaca nera che ha svelato una rete di crimini efferati, di omicidi e di induzioni al suicidio, commessi in nome di Satana sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

Silvio Pezzotta già da diversi anni è impegnato a testimoniare in nome di sua figlia che, come ha egli stesso dichiarato, ha avuto come unica colpa la forza di dire no. Il suo impegno è quello di incentivare il dialogo e il rapporto tra genitori e figli e di evitare che i giovani si chiudano a riccio.

Presente, tra gli altri, anche la senatrice di Forza Italia, Sandra Lonardo che ha portato la platea a conoscenza dell’azione del Governo e del Senato contro la violenza di genere. “Le leggi ci sono – ha dichiarato – ma è necessario applicarle bene per incentivare anche la denuncia da parte delle vittime e di conseguenza la percezione della tutela.”

Secondo la Lonardo, inoltre, “è doveroso provvedere ad aumentare le risorse a favore dei centri antiviolenza e incrementare una rivoluzione culturale che renda protagoniste la scuola, a partire da quella dell’infanzia, e la famiglia nell’educazione alla sana affettività, ai rapporti interpersonali, al rispetto dell’altro.”

Le dichiarazioni nel servizio video

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