CRONACA
Omicidio Improta, 30 anni a Spitaletta e 18 a Rotondi

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Si è concluso in data odierna il giudizio abbreviato promosso a carico di Paolo Spitaletta, difeso da Antonio Leone, e Pierluigi Rotondi, difeso da Elena Cosina con una condanna, pronunciata dal Gip di Benevento – Dott.ssa Telaro -, a trent’anni di reclusione per il primo e diciotto per il secondo.
Entrambi imputati di concorso nell’omicidio di Valentino Improta, un giovane di 26 anni, il cui corpo, attinto da due colpi di fucile, era stato rinvenuto, nel luglio 2018, carbonizzato in una autovettura Fiat Punto, intestata alla madre ed abbandonata in un’area pic nic nei pressi del Monte Taburno.
I due imputati e la povera vittima, nell’aprile dello stesso anno, erano stati gli autori di una rapina perpetrata ai danni di un ottantatreenne che aveva perso la vita in quella circostanza.
Secondo gli inquirenti, l’omicidio sarebbe scaturito dal timore che Spitaletta aveva, una volta finito in carcere per quella rapina, che il complice potesse collaborare con la giustizia per alleggerire la sua posizione processuale.
Facendo credere al malcapitato che avevano organizzato un furto di rame nella zona del Monte Taburno, Spitaletta e Rotondi lo avevano attirato lì e poi ucciso.
Oggi la sentenza, a seguito della quale il Giudice ha disposto anche una provvisionale di 50mila euro in favore di ciascuna parte civile (i genitori e le sorelle rappresentate dagli avvocati Federico Paolucci ed Ettore Marcarelli, mentre i figli dall’avvocato Vincenzo Sguera), oltre al risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede.