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“San Filippo”, parla la maestra aggredita: “Mai sfiorato la bambina”

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In merito alla vicenda della maestra aggredita alla scuola “San Filippo”, la docente Lina Petruccelli ha deciso di inviare una lettera alla nostra redazione per spiegare la sua versione dei fatti.

“Egregio Direttore di Ntr24, sono l’insegnante che il 2 dicembre scorso è stata aggredita dalla madre di un’alunna nell’atrio della Scuola “S. Filippo”, sita in Benevento alla Via Port’Arsa.

Scrivo al Suo giornale al fine di difendere pubblicamente il mio onore e la mia reputazione dalle gravissime e infamanti accuse che, sia pure sotto forma di allusioni e insinuazioni, la madre succitata ha rivolto all’indirizzo della mia persona, utilizzando internet come cassa di risonanza.

Tengo a precisare che in altre circostanze la mia indole, mite e riservata, mi avrebbe imposto di rimanere in religioso silenzio ad aspettare che la giustizia – alla quale mi sono già rivolta e in cui ripongo la massima fiducia – facesse il suo corso.

Sennonché il clamore mediatico che la triste vicenda di cui sono stata involontaria protagonista ha comprensibilmente suscitato e, soprattutto, la campagna di denigrazione e di disinformazione messa in atto dalla persona che mi ha aggredito, mi hanno convinta a forzare la mia natura schiva e a scrivere questa lettera aperta.

Voglio, infatti, che i lettori di Ntr24 sappiano che la mamma di cui parlo, forse perché indispettita dalle numerose attestazioni di stima e di solidarietà che sono pervenute alla sottoscritta da parte di colleghi, istituzioni, mamme di bambini della scuola “S. Filippo” e anche semplici cittadini, ha scritto una lettera aperta ad una nota testata giornalistica online della nostra città, nella quale, con inusitata sfrontatezza, mistifica completamente la realtà dei fatti e getta fango sulla mia persona.

Sono molto preoccupata per tale impudente iniziativa, perché la cronaca quotidiana insegna (e alcuni deliranti commenti espressi sul citato giornale online e sulla relativa pagina Facebook a favore di questa mamma lo confermano) che le notizie false veicolate su internet viaggiano alla velocità della luce e si amplificano a dismisura, dando il pretesto agli immancabili “haters” di sfogare tutto il loro livore e la loro frustrazione nei confronti della vittima sacrificale di turno, che spesso finisce per soccombere (psicologicamente e, non di rado, anche fisicamente).

Ritengo, perciò, opportuno raccontare pubblicamente quello che è veramente successo quella mattina del 2 dicembre scorso, nella speranza di mettere così a tacere, una volta e per sempre, le voci e le illazioni che in questi giorni circolano in rete. Orbene, quella mattina io ero a scuola a svolgere il mio turno di lavoro, insieme alla mia collega contitolare della classe, quando, ad un certo punto, una collaboratrice scolastica mi ha riferito che la madre di una bambina mi attendeva nell’atrio dell’istituto perché voleva parlarmi.

Non immaginando minimamente quello che sarebbe accaduto, in quanto conoscevo la madre in questione e non avevo mai avuto con lei la benché minima discussione (anzi, ci eravamo sempre salutate cordialmente, come del resto avviene con tutte le altre mamme dei mie piccoli alunni), sono uscita dall’aula e l’ho raggiunta nell’atrio della scuola.

Sennonché, non appena mi sono avvicinata a lei per salutarla e chiederle cosa volesse dirmi, senza proferire parola mi ha sferrato un pugno allo sterno e mi ha scaraventata a terra, dopodiché mi si è gettata addosso e ha continuato a colpirmi violentemente con schiaffi e pugni.

Mentre faceva ciò, senza che io potessi accennare la benché minima difesa, mi accusava di aver dato uno schiaffo alla figlia e mi apostrofava con epiteti ingiuriosi (che preferisco non ripetere, ma che è facile immaginare), minacciando di aspettarmi tutti i giorni davanti alla scuola per continuare a picchiarmi. Per fortuna, ad un certo punto, una collaboratrice scolastica che prestava servizio all’ingresso dell’istituto e una mia collega che si era trovata a passare casualmente per l’atrio, sono riuscite ad afferrarla e a togliermela di dosso, allontanandola poi dall’istituto.

Il risultato di tale vile aggressione è stato un ematoma con escoriazione allo zigomo destro e una contusione alla regione lombo-sacrale, che mi hanno costretta a far ricorso alle cure del più vicino nosocomio, dove sono giunta in ambulanza. Nel momento in cui scrivo sono ancora dolorante e sotto shock per quanto accaduto.

E pensare che la persona che mi ha aggredito, nella lettera pubblicata sul giornale, ha scritto di avermi dato solo uno schiaffo (la qual cosa, comunque, sarebbe stata gravissima lo stesso). Ma, com’è facile intuire, ad offendere la sottoscritta non sono le menzogne raccontate da questa signora nel maldestro tentativo di sminuire la gravità della sua condotta violenta, bensì le accuse infamanti che ella ha rivolto alla mia persona in maniera subdola, ricorrendo ad insinuazioni e allusioni malevoli, al fine di instillare, nei lettori, il sospetto che io abbia potuto davvero picchiare la figlia.

No, questo è davvero troppo!

Faccio l’insegnate da tantissimi anni ed ho sempre svolto il mio lavoro con passione e dedizione, perché amo i bambini con tutto il mio cuore e li considero tutti, indistintamente, alla stregua di miei figli, come confermano le numerose attestazioni di stima e solidarietà che continuano incessantemente ad arrivare sul mio cellulare e sui miei profili social (anche da parte di ex alunni, oggi persone adulte).

Non ho mai picchiato alcun bambino, né tampoco ho mai sfiorato, neppure con un dito, la figlia della signora che mi ha aggredito, alla quale, al contrario, ho riservato lo stesso affetto e la stessa amorevole cura che ho sempre dispensato, nel corso della mia lunghissima carriera, a tutti i bambini che ho avuto il piacere e la gioia di avere con me.

Del resto, contrariamente a quanto ha scritto nella lettera pubblicata sul giornale, la madre in questione non si è mai lamentata di nulla, né con me né con la mia collega contitolare della classe, né ha mai riferito a noi insegnanti di segni di percosse rinvenuti sul corpo della figlia (né noi insegnanti abbiamo mai notato atteggiamenti di paura o di insofferenza nei nostri confronti da parte della bambina).

Ad ogni modo, la sottoscritta, che ha già querelato questa signora per l’aggressione del 2 dicembre scorso, si riserva di agire in sede giudiziaria anche per la lettera diffamatoria pubblicata sul giornale online.

Prima di prendere commiato mi sia consentito di dire un’ultima cosa: capisco perfettamente che alcuni gravi fatti di cronaca che hanno riguardato insegnanti della scuola dell’infanzia (non della nostra città, comunque) abbiano potuto allarmare e ingenerare un senso di sfiducia e di sospetto in chi è genitore di un bimbo o di una bimba che frequenta l’asilo, ma generalizzare e fare di tutta l’erba un fascio è sbagliato e pericoloso.

Posso garantire che la stragrande maggioranza dei docenti della scuola dell’infanzia sono persone per bene, che svolgono il delicato compito loro affidato con passione e senso del dovere, e che per questo meritano rispetto e ammirazione, e non certo percosse, ingiurie e minacce.

Tanto era doveroso dire e raccontare a tutela del mio onore e della mia reputazione di donna e di insegnante”.

Lina Petruccelli

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