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Giustizia, la Camera Penale di Benevento alla manifestazione di protesta per i braccialetti elettronici

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“Nella giornata di domani 30 novembre si volgerà, presso l’Istituto Penitenziario di Sollicciano (Firenze), la quinta edizione della “Giornata dei braccialetti”, manifestazione di protesta contro la mancata applicazione degli artt. 275 bis c.p.p. e 58 quinquies Ordinamento Penitenziario, organizzata dalla Camera Penale di Firenze. Come noto, la situazione di assoluta carenza di braccialetti elettronici rende ancor più critica la condizione carceraria italiana, cronicamente caratterizzata dal sovraffollamento delle celle e dall’abuso della custodia cautelare”. Così in una nota il presidente della Camera Penale di Benevento, Domenico Russo.

“La Camera Penale di Benevento – scrive – aderisce e plaude all’iniziativa dei Colleghi fiorentini, sottolineando come –ancor più negli uffici giudiziari del Sud– la richiesta di utilizzo di braccialetti elettronici per i detenuti agli arresti domiciliari abbia ormai superato, da tempo, la disponibilità dei dispositivi. Per tale ragione, pur potendo usufruire della misura, alcuni detenuti restano in carcere. Tali problematiche fanno sì che l’Italia risulti costantemente oggetto di sollecitazioni e richiami da parte dell’Unione Europea e di Organismi internazionali. Il nostro è tra i Paesi in Europa che maggiormente ricorrono al carcere prima della sentenza definitiva, soprattutto quando gli imputati sono stranieri (si veda sul punto: Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Ufficio del Capo del Dipartimento, Sezione Statistica, in www.giutizia.it ).

Resta alta la percentuale di custodie cautelari per la mancata disponibilità di dispositivi – aggiunge -, in casi in cui il giudice potrebbe concedere di fatto una misura meno afflittiva della custodia inframuraria. Così accade che almeno in due casi su tre dei suicidi dietro le sbarre – cfr. 15° Rapporto dell’associazione Antigone sulle condizioni di detenzione in Italia –, il detenuto è privo di una condanna definitiva, ovvero presunto innocente – in carcere ci si suicida oltre 18 volte di più che fra la popolazione libera! Ad oggi rimane decisamente molto elevato il numero di detenuti senza sentenza definitiva in custodia cautelare, nonostante gli interventi legislativi che in questi ultimi anni hanno limitato le ipotesi di ricorso alla custodia cautelare inframuraria.

Come si legge dal citato rapporto Antigone – sottolinea -, e si ricava altresì dalla Sezione Statistica del DAP, la stragrande maggioranza degli ingressi negli istituti di pena riguarda persone in custodia cautelare, rimanendo sporadico l’ingresso in carcere in esecuzione di una sentenza per soggetti in stato di libertà. La lunga “via crucis”che ormai da anni riguarda l’utilizzo dei braccialetti elettronici ex artt. 275 bis c.p.p. (e 58 quinquies O.P. in fase di espiazione pena) coinvolge le stesse procedure di bando e collaudo. I braccialetti sono insufficienti nonostante sia stato effettuato ed aggiudicato il bando per la nuova fornitura, che secondo quanto annunciato aveva ad oggetto 12.000 dispositivi. Il servizio doveva partire nell’ottobre 2018, ma ciò non è accaduto a causa del ritardo da parte del Ministero dell’Interno della nomina della commissione di collaudo.

Resta il grave vulnus dal momento – conclude Russo – che la descritta vicenda special-preventiva incide direttamente sulla libertà personale di soggetti in attesa di giudizio, presunti innocenti, i quali sono costretti ad “espiare” la pena in via anticipata, in regime di custodia inframuraria, pur potendo legittimamente godere del diverso e meno gravoso regime consentito ex art. 275 bis c.p.p. Allo stesso modo, risulta non fruibile il regime di esecuzione della pena definitiva secondo le forme previste dall’art. 58 quinquies O. P. (che rimanda per l’applicazione all’art. 275 bis cit.). Il quadro prospettato, in estrema sintesi, è indicativo di una situazione sperequativa di fatto quasi insuperabile, a meno di interventi immediati del Governo, che allo stato – anche per evidenti orientamenti di bieco “populismo giudiziario” – non appaiono concretamente prevedibili, almeno a breve termine”.

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