CULTURA
‘L’arte contro la plastica’, il Premio Iside si fa promotore del cambiamento ambientale
Oggi la presentazione della VII edizione dell'iniziativa in programma dal 9 al 17 novembre prossimi alla Rocca dei Rettori. Previsti, oltre alle cerimonie di premiazione, momenti di confronto scientifico, laboratori d'arte visiva e una sezione letterariaAscolta la lettura dell'articolo
Una gigantesca tartaruga che ha in bocca, suo malgrado, pezzi di plastica che ne ricoprono anche parti del corpo accoglierà dal 9 al 17 novembre prossimi presso la Rocca dei Rettori i visitatori della mostra in programma nell’ambito della VII edizione del Premio Internazionale Iside presentata questa mattina nella sala consiliare della Provincia, il cui leitmotiv è proprio “L’arte contro la plastica.”
Un’opera d’arte di Nicola Pica che diventa simbolo eloquente dei nostri tempi, affaticati dal rischio di estinzione di alcune specie animali e dall’inquinamento da plastica contro cui fanno sentire la propria voce anche gli artisti e i poeti.
Saranno 102 provenienti dall’Italia e dall’estero e 121 le opere che proveranno a descrivere le difficoltà a cui oggi l’ambiente e la stessa vita umana sono esposti ma anche a lanciare un messaggio di possibile svolta attraverso una riconversione dell’uso e delle funzioni della plastica.
“Passare dal brutto al bello attraverso nuovi comportamenti e nuove visioni è possibile” secondo il presidente del Premio “Iside” Maurizio Caso Panza, che lancia il messaggio provocatorio di poter usare la plastica per fare arte, certi che resista almeno1000 anni migliorando e nel contempo riciclando.”
Oltre alla premiazione degli artisti, in programma il 17 novembre, sono previsti anche momenti di confronto dibattito sulle microplastiche, corsi di pittura e fotografia e laboratori d’arte per gli studenti coinvolti nell’iniziativa:tra questi l’istituto “De La Salle” e l'”Alberti”.
Prevista anche una sezione letteraria del premio Iside grazie alla quale poeti e narratori, la cui premiazione avverrà il 15 novembre prossimo, hanno messo a servizio di una nuova rivoluzione il proprio estro.