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CULTURA

Bocelli scrive ad una giovane sannita vittima di bullismo e con la passione per il canto

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Il cantante di fama mondiale Andrea Bocelli rivolge parole intense, attraverso una lettera, alla studentessa 15enne beneventana Giada Lepore dopo la sua performance canora allo stadio “Vigorito” di Benevento in occasione dell’Universiade 2019.

Oltre 30 righe di affetto, di stima e di incoraggiamento a proseguire nel canto, a superare i problemi del quotidiano e i pregiudizi.

Da tempo Bocelli intrattiene con la piccola Giada – alla quale la unisce la stessa patologia fisica e la passione per la musica -, un rapporto epistolare già da diverso tempo, grazie alla mediazione della mamma Apollonia e della moglie Veronica.

L’artista, amatissimo e noto in tutto il pianeta per i grandi successi musicali, ha voluto anche esprimere vicinanza alla piccola beneventana dopo un episodio recente di bullismo accaduto sui social, del quale la sannita è stata vittima.

“Ogni problema – scrive Bocelli può diventare un’opportunità e di fronte a simili persone disagiate ci si può esercitare nella pratica del perdono e dell’amore lasciando scorrere dietro di sé ogni rancore, non lasciandoti scalfire dal ronzio di chiunque rumoreggi offese, ancor più vigliacche poiché virtuali.”

Di seguito il testo integrale della lettera datata 18 luglio 2019:

“Carissima Giada,

torno a scriverti per portarti il mio saluto e per confermarti che seguo sempre con interesse, attraverso la corrispondenza fra tua mamma e Veronica, i tuoi progressi negli studi ed i tuoi giovanissimi passi nella vita.

Vita che mi auguro tu intenda considerare, ad ogni risveglio, per quel che è: e cioè un miracolo ed un privilegio, un buon motivo per impegnarsi, per sorridere, per amare te stessa ed i tuoi coinquilini del mondo.

Ho saputo che hai cantato di recente allo stadio di Benevento in occasione dell’Universiade! Sono contento e fiero del percorso che stai facendo. Sai già, ne sono certo, come il cammino dell’arte del canto non sia semplice né breve, e che come il buon vino abbia bisogno di tempo, pazienza e cura, per esprimere le proprie migliori qualità.

Immagino tu sappia anche come sia fondamentale vivere consapevolmente e con allegria ogni giorno di quel viaggio, godendo delle emozioni che la musica può regalare, della sana esaltazione che talvolta ci procura, ma anche godendo dell’impegno che chiede, della disciplina che pretende, delle incognite e delle complicazioni che ci pone quotidianamente.

Perché ogni problema, se lo vuoi affrontare, può diventare un’opportunità di crescita. Carissima Giada, sai già come io la pensi, in merito ai variegati e meravigliosi strumenti per comunicare che Dio ci ha dato.

Trovo molto bello che tu proponga la tua musica sui social. Ma il rischio è che tu, su simili piazze virtuali, ti imbatta in qualche disabile. Lui sì, disabile, perché privo degli strumenti culturali ed affettivi basici, per rapportarsi con gli altri, perché non ha altro modo di interagire se non l’offesa.

Comprendo che tua mamma, come ogni mamma del mondo, ne possa essere amareggiata. Però sono certo che tu sia generosa abbastanza per provare compassione per questo tipo di persone (e sono purtroppo tante… Al punto che per loro hanno coniato un nome preciso… Gli haters, gli “odianti”).

Ogni problema è un’opportunità, dicevo poc’anzi. Ecco: di fronte a simili persone disagiate, ci si può esercitare in una pratica che è il segreto della felicità ed il cardine di ogni religione: la pratica dell’amore e del perdono, lasciando scorrere dietro di sé ogni rancore, ogni risentimento.

Attenzione, Giada, ogni risentimento, anche verso noi stessi…. Gesù dice: “Ama il prossimo tuo come te stesso”, dunque ci indica la strada: l’amore nasce prima dentro di noi e poi tracima e invade il mondo esterno.

Quindi prima di tutto ama te stessa, esattamente chi sei e come sei, non lasciandoti scalfire dal ronzio di chiunque rumoreggi offese, ancor più vigliacche poiché virtuali. Poi, se puoi (ma io sono certo tu possa), pensali con compassione e fin con affetto, considerando quanto poco essi stessi si amino, vivendo nel risentimento. Un forte abbraccio. Andrea”

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