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Impianto compostaggio a Sassinoro, la New Vision: nessun danno per l’ambiente

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“L’impianto di compostaggio di Sassinoro è passato al vaglio degli uffici regionali che l’hanno approvato dopo anni di indagini e di richieste di chiarimenti, dopo che il Comune, prima favorevole, si è mostrato contrario e ha cominciato a fomentare l’opinione pubblica, tacendo tra l’altro, che l’impianto avrà ricadute occupazionali sul territorio. Niente di quello scritto dal geologo Irene Savino e da Nicola Zacchino, presidente del Comitato Civico Rispetto e Tutela del territorio è condivisibile”.

Così Salvatore Cervone, ingegnere strutturista che ha curato la relazione geologica per conto della New Vision – l’azienda che sta realizzando l’impianto a Sassinoro – replica alle dichiarazioni rilasciate ieri nel corso di una conferenza stampa dal Comitato Civico Rispetto e Tutela del territorio, preoccupato per la possibile pericolosità della struttura.

Cervone parla – scrive – “nell’interesse dei cittadini, delle istituzioni e degli organi di stampa, e soprattutto per onore di una verità contaminata da una propaganda che tende a demonizzare un’opera progettata nel pieno rispetto della legge e dell’ambiente”.

“Niente di quanto prospettato – aggiunge – “può dirsi vero in quanto, primo, la falda si trova a una profondità compresa tra i 40 e i 50 metri e poi perché la stessa natura argillosa dei terreni impedirebbe semmai all’acqua di falda, anche in caso di un improbabile aumento di quota di essa, di risalire in superficie o, in caso di una ancora più improbabile rottura delle tubazioni dell’impianto, di infiltrarsi nel terreno fondale e contaminare la falda. Questi signori non hanno ancora colpevolmente compreso il tipo di impianto che si sta realizzando a Sassinoro, che è assolutamente non pericoloso e tratterà solo sostanze organiche (quelle che gli stessi contadini della zona riversano come concimi nei loro terreni da secoli).

L’impianto non tratterà, per sua natura, materiali pericolosi (non è un termovalorizzatore) ma solo i materiali organici che si decompongono normalmente in natura e che da secoli vengono utilizzati per concimare i terreni e renderli più produttivi.

L’impianto – continua Cervone – farà in grande scala quello che fanno e hanno fatto in passato i contadini nei loro terreni normalmente e senza controlli con la differenza che nel caso dell’impianto di compostaggio tutto il ciclo sarà monitorato e controllato e l’impianto stesso sarà realizzato in modo da scongiurare tutti quei fastidi in termini di odori e di contatto con il terreno sottostante che normalmente avvengono nelle culture dei nativi.

La geologa Irene Savino, stranamente, sembra non aver capito che non è la falda che diventa visibile dopo le piogge, ma è l’acqua meteorologica che cadendo nel terreno non riesce ad infiltrarsi nello stesso, proprio per la sua natura argillosa: il terreno particolarmente pendente della zona favorisce poi l’allontanamento delle acque che si dirigono verso valle e questo avviene da secoli senza portare ad alcuna conseguenza negativa.

Attualmente nell’appezzamento di terreno in cui è in corso la realizzazione dell’impianto di compostaggio sono stati effettuati gli scavi per la posa in opera delle tubazioni necessarie al ciclo produttivo ed essendo questi ancora a cielo aperto e non essendo ancora state sistemate le pendenze della loro parte più depressa, in caso di piovaschi prolungati si riempiono di acqua che, per la natura argillosa del terreno, tende a stagnare.

L’acqua nelle canalizzazioni nel terreno formatesi con gli scavi è acqua proveniente dalle piogge e la circostanza che essa risulta evidente dopo le piogge è dovuta proprio al fatto che il terreno ha natura argillosa e quindi non è impermeabile e non può rendere possibili le contaminazioni che paventa Zacchino e che paventa la dottoressa Savino, seppure utilizzando quest’ultima verbi al condizionale a dimostrazione che l’ipotesi è alquanto remota.

Si stanno avendo gli stessi effetti di quando i contadini irrigavano il terreno, realizzando con la zappa piccoli canali nel terreno e non sembra che in questi casi, anche per gli appezzamenti di terreno vicinissimi al fiume Tammaro ci siano state conseguenze o divieti. Quando l’impianto sarà a regime tutte le tubazioni saranno protette e isolate e non potranno esserci rotture sia perché le tubazioni saranno protette da notevoli spessori di calcestruzzo sia per la modestissima velocità che in queste tubazioni avranno le acque di percolamento.

In effetti – conclude la nota – le acque di percolamento si muoveranno in un ciclo chiuso dall’interno del capannone, in un ambiente ben isolato dal resto, verso una vasca esterna sempre a tenuta e da questa rientreranno all’interno del capannone fino al loro completo essiccamento e quindi fino alla formazione del compost (concime). Tutto il ciclo necessario alla formazione del compost sarà chiuso e non si potranno avere contaminazioni esterne”.

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