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ECONOMIA

Città Europea del Vino, il Sannio punta al Biodistretto: “Ora serve il contributo di tutti”

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Una grande opportunità che deve essere colta dall’intera provincia di Benevento e, soprattutto, divenire un volano per lo sviluppo dell’intero territorio. E’ l’obiettivo verso il quale si avvia il Sannio dopo il riconoscimento di Città Europea del Vino 2019 e che è stato al centro dell’incontro di questa mattina alla Camera di Commercio del capoluogo.

Un traguardo raggiunto grazie alla sinergia e alla intraprendenza dei comuni di Castelvenere, Guardia Sanframondi, Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Torrecuso, ma che ora deve diventare il primo passo verso un cammino condiviso con gli altri enti, le associazioni di categoria, l’Unisannio e la deputazione parlamentare. Un lavoro di squadra ribadito a più riprese dal primo cittadino di Guardia Sanframondi, Floriano Panza, capofila del progetto e moderatore dell’incontro odierno.

E’ evidente, infatti, che il solo riconoscimento, per quanto importante, non basta a trainare un territorio che deve farsi trovare pronto: dall’accoglienza ai trasporti, passando per la promozione delle cantine ad una efficiente comunicazione. Sono questi i temi principali sui quali si dovrà lavorare nei prossimi mesi in attesa dell’importante evento.

Tra le proposte prende corpo anche quella della creazione di un Biodistretto “Falanghina Sannio”: un’area geografica dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse locali, partendo dal modello biologico di produzione e consumo. In questo sistema, la promozione dei prodotti biologici si coniuga con la promozione del territorio e delle sue peculiarità.

Il punto chiave, dunque, è quello di riunire tutti gli attori principali attorno ad un tavolo capace di gestire un processo che metterà il Sannio al centro dell’universo del vino europeo. La modifica dei Puc, la creazione di regolamenti di polizia rurale comuni a tutti i territori coinvolti, sono solo alcune delle proposte emerse dalla giornata, ma che dovranno trovare una attuazione reale e non rimanere solo buone intenzioni.

Il riconoscimento, dunque, rappresenta una grande opportunità da cogliere, ma bisogna farsi trovare preparati: “L’entusiasmo dei sindaci promotori – ha detto Panza – deve essere il punto di partenza, ma la vera sfida è coinvolgere tutti per le loro competenze”. Il momento è propizio; ora sta al territorio sfruttare un’occasione che non ricapiterà più e fare finalmente quel passo in avanti in termini di valorizzazione che le nostre eccellenze enogastronomiche meritano da tempo.

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