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Associazioni

“E’ più bello insieme”, i Giuristi democratici si schierano con la cooperativa

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“Da cittadina e da presidente dell’Associazione Giuristi Democratici di Benevento – associazione nazionale che promuove l’impegno dei giuristi per la difesa e l’attuazione dei dritti costituzionali  – colgo con favore la mobilitazione di cittadini e associazioni, nonché di amministratori regionali e comunali, sulla vicenda del centro “E’ più bello Insieme”, perché raramente si  discute di diritti sociali.

Ma durante il dibattito – scrive l’avvocato Maria Teresa Vallefuoco – sono emerse alcune espressioni che sono rimaste sullo sfondo, quali  “logica di mercato”, “ragioni tecniche”, “non obbligatorietà del servizio”, “servizi a domanda individuale”, “mancanza di “titulo”, per cui anche chi ha sostenuto le ragioni della protesta ha ritenuto cautamente di far leva su argomenti meta giuridici ovvero sul senso di umanità, sulla solidarietà e fratellanza, trattando di soggetti svantaggiati. La deviazione del dibattito ha scatenato una gara a chi più compie attività benefiche e “cristiane”. Il Sindaco, in conferenza stampa, come è stato riportato dagli organi di stampa, ha ritenuto di difendersi da attacchi sul piano personale, elencando tutti i suoi atti di generosità personali, versando contributi economici ad associazioni o autorizzando la detrazione di somme dalla sua indennità di carica per coprire il presunto debito della Coop. La Solidarietà. Ma la beneficenza (che forse sarebbe opportuno non ostentare per rispetto del beneficiato) è in antitesi con il diritto di uguaglianza previsto dalla Costituzione. L’Amministrazione comunale è istituzione locale di uno stato laico chiamato a tutelare i diritti sociali come previsto dalle norme costituzionali.

E’ opportuno ricordare, infatti – oggi più che mai – che la Costituzione all’Art. 2 prevede che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà  politica, economica e sociale”; all’ art. 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità  sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di (…) condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà  e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”; all’Art. 32 “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.

Esistono, quindi, dei diritti inviolabili che appartengono ad ogni individuo, restituendone la dignità. E se una persona è portatrice di un qualsiasi handicap fisico o psichico, ha diritto a ricevere dallo Stato la rimozione di ogni ostacolo che ne impedisca l’uguaglianza, non il sacrificio economico personale del Sindaco. In conformità ai principi costituzionali è intervenuto il legislatore ed interviene la giurisprudenza. Gli interventi socio-assistenziali, mirati al ripristino dell’uguaglianza, sono delegati agli enti locali che sono autorizzati dalla legge anche a derogare, in presenza di determinati presupposti, alle leggi del mercato, offrendo strumenti alla politica per tutelare i cittadini del proprio territorio: ma soprattutto, affermando il primato dei diritti sociali anche sui vincoli di spesa o bilancio, come affermato dalla Corte Costituzionale in alcune sue pronunce (sentenza n.275 del 2016).

Un esempio rilevante – continua la nota – è la L. 381/91 che, in materia di appalti (c.d. procedimento di evidenza pubblica) prevede addirittura che  1. Gli enti pubblici,(…) anche in deroga alla disciplina in materia di contratti della pubblica amministrazione, possono stipulare convenzioni con le cooperative che svolgono le attività …….per la fornitura di beni e servizi (…), purché tali convenzioni siano finalizzate a creare opportunità di lavoro per le persone svantaggiate di cui all’articolo 4, comma 1. (…).  Queste norme attribuiscono un potere discrezionale agli amministratori ovvero la facoltà di assumere, con coraggio e convinzione, le decisioni più idonee a realizzare gli interessi di tutti i cittadini che dovranno giudicarla. Questo è il vero compito della politica, riconoscere i cittadini come soggetti titolari di diritti, non di beneficenza.  La stessa Corte dei Conti, che giudica gli amministratori che hanno violato le norme di contabilità determinando un danno all’erario, in più occasioni ha mandato esenti da responsabilità gli amministratori locali che hanno agito per soddisfare diritti sociali. La Corte dei Conti, sez. giur. Molise, con la sentenza n. 12 del 31 gennaio 2017, ha stabilito il principio secondo cui la concessione di un immobile in comodato d’uso gratuito ad una cooperativa, che vi ha avviato una piccola attività imprenditoriale, composta da giovani del posto non determina un danno patrimoniale per le finanze del Comune nella misura in cui il mancato introito del corrispettivo sia comunque compensato dall’utilità sociale conseguita dall’ente locale o dalla comunità amministrata.

E ancora: La Corte dei Conti di Napoli ha escluso la responsabilità degli amministratori del Comune di Napoli che avevano proceduto al reclutamento di personale per esigenze della scuola, in violazione dei limiti di legge per le spese del personale, precisando che le norme di contenimento della spesa pubblica non possono sacrificare la scuola (Procura Corte dei C. 24.5.2013). In questi casi la Corte dei Conti non ha seguito e non poteva seguire leggi morali, ma ha  applicato, secondo un’interpretazione costituzionalmente orientata, la legge vigente.

Ebbene nel caso della cooperativa “La Solidarietà”, che ha tutti requisiti di legge e autorizzazioni necessarie per svolgere attività sociale in favore dei disabili: la politica – prosegue la presidente Vallefuoco – è rappresentata dagli enti che compongono l’Ambito di cui il Comune di Benevento è Comune Capofila e l’attività della cooperativa è svolta sul territorio beneventano; l’attività della cooperativa è stata elogiata da tutti, anche dall’Assessore Regionale che contribuisce a finanziare il servizio e soprattutto trova il consenso delle famiglie dei disabili, i quali liberamente chiedono di voler frequentare E’ più bello Insieme; la cooperativa ha, su incarico dello stesso Comune di Benevento, erogato servizi gratuitamente a persone disagiate, ricambiando l’uso concesso dal Comune di un alloggio comunale; l’Assessore Regionale ha confermato l’erogazione all’Ambito di fondi per i voucher; il Sindaco ha dichiarato di non aver mai voluto chiudere il centro e che il Comune di Benevento ha anticipato le spese del 2017 e parte del 2018, credendo in un valido progetto tant’è che si è offerto, con gesto antiistituzionale, di contribuire personalmente alla causa e smentendo, così, le accuse mosse alla cooperativa di condotte strumentali.  Allora, perchè tanto rumore per nulla?

Perché la necessità di demolire l’attività svolta dalla cooperativa apprezzata dagli utenti del centro, dagli amministratori regionali e comunali?  La risposta sta in parte nelle dichiarazioni del Sindaco che con espressioni tipo “logica di mercato”, “regime di monopolio”, “competitività”, invece delle più appropriate “privato sociale” o “cooperazione sociale”, ha comunicato che ci sarà “un bando”, “un procedimento di evidenza pubblica”.  L’amministrazione comunale, dunque, – conclude Vallefuoco – ha altri obiettivi e sta valutando altre scelte che i cittadini non conoscono e che giudicheranno se venissero a conoscenza di un progetto alternativo. Ma, prima di fare delle scelte, andrebbe valutato il rischio – in questo caso più che fondato – di vanificare anziché valorizzare, l’attività di preziose realtà territoriali”.

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