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Dugenta, i volontari della Protezione Civile chiedono confronto con il sindaco

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Un incontro pubblico con il sindaco. Lo chiede il Gruppo Volontari di Protezione Civile di Dugenta, che ha inviato una lunga nota per spiegare i disagi riscontrati da due anni sul territorio comunale.
“Il Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile di Dugenta – si legge nella nota – è stato costituito il 10 giugno 2011. Aderirono inizialmente 12 volontari.
Dopo una prima dotazione di attrezzature (12 divise, una pompa, una motosega, pale, picconi, delle corde e due lampade portatili) il Gruppo ha iniziato l’attività.
Nell’arco di quattro anni i Volontari hanno partecipato, a proprie spese, a vari corsi; primo soccorso presso la Croce Rossa Italiana; antincendio e corso base di protezione civile presso la Scuola di Protezione Civile di Pesco Sannita; gestione dei gruppi di protezione civile presso il CESVOB; corso di topografia con il Gruppo di Ruviano e l’Esercito Italiano; primo soccorso presso il Cireneo, esercitazioni locali e regionali, a Vitulano, a Ruviano, a Pontelandolfo.
Si è dotato, a proprie spese, di un mezzo per il trasporto dei Volontari. Ha collaborato con tutti i Gruppi e le Associazioni della provincia ed oltre provincia, intessendo contatti e collaborazione con i colleghi volontari.
Ha collaborato con tecnici alla stesura del Piano di Protezione Civile, ha partecipato ad un bando regionale dal quale ha ottenuto l’assegnazione di una motopompa e di un gruppo elettrogeno, oltre il finanziamento del piano di protezione civile, ha partecipato ad un bando indetto dal CESVOB per ampliare e potenziare la rete di comunicazioni radio della nostra zona in collaborazione e con compartecipazione anche finanziaria, con il Cireneo, il Gruppo di Durazzano e l’Associazione Cives di Limatola, ottenendo l’assegnazione di radio portatili e fisse complete di antenna e, soprattutto, l’uso di un ripetitore radio.
Ricordiamo solo per dovere di cronaca – continuano nella nota – l’intervento dei Volontari in occasione dell’alluvione, che, nonostante pochi mezzi, si sono prodigati per tre giorni a ripristinare la viabilità e coordinare i tanti volontari accorsi.
Purtroppo già in quella occasione si è palesata la futura avversione al Gruppo da parte di qualcuno che ora è parte dell’Amministrazione Comunale.
Con l’avvento della nuova Amministrazione Comunale, le cariche interne al Gruppo hanno presentato le dovute dimissioni al Capo della locale Protezione Civile, il Sindaco le ha respinte e ha invitato a riprendere l’attività.
In un incontro con tutti i Volontari, al Sindaco sono state nuovamente rappresentate le esigenze e le problematiche del Gruppo e, per eliminare qualsiasi dubbio riguardo gli scopi dei Volontari, è stata ribadita la lealtà dei Volontari nei confronti del Capo della Protezione Civile e, soprattutto, l’impegno a favore della nostra collettività nel rispetto reciproco.
Nel 2016 sono state avanzate richieste di materiale del valore di € 300,00 per poter mettere in funzione le attrezzature da poco tempo ricevute e far addestrare i Volontari, ad oggi non accolte. E’ stato sollecitato, anche da parte dell’Associazione capofila, il Cireneo, il versamento per la compartecipazione al progetto CESVOB di € 300,00, ma anche questo impegno, ad oggi, non è stato assolto.
I Volontari per ben otto mesi hanno chiesto un incontro con il Sindaco per chiarire, appianare qualsiasi incomprensione: quando, finalmente, c’è stato l’incontro, gli impegni presi non sono stati mantenuti.
Il Sindaco, quale Capo della Protezione Civile, tempo fa, decise di dover ristrutturare il Gruppo e solo per comunicare ai Volontari il nome del Coordinatore ha impiegato oltre un anno.
Tale situazione – prosegue il Gruppo – ha portato immobilismo e blocco di qualsiasi attività. Infatti ai Volontari, nonostante il Sindaco fosse messo a conoscenza, non è stato consentito di partecipare ad esercitazioni in Pontelandolfo, ad esercitazioni indette dal Dipartimento di Protezione Civile della Regione Campania, ad un corso presso la Scuola di Pesco Sannita, tenuto da specialisti dell’Esercito Italiano, ad attività coordinate dalla Sala Operativa regionale (riti settennali di Guardia Sanframondi).
Nonostante tutto, siccome i Volontari sono coscienti che bisogna addestrarsi, aggiornarsi, a titolo personale, senza divisa, a proprie spese, hanno partecipato all’esercitazione di evacuazione di un quartiere a Pontelandolfo e ad un corso radio.
La goccia che ha fatto traboccare, irreversibilmente, il vaso è stato il Piano di Protezione Civile. Ci sono giovani che distribuiscono, per il paese, questionari, affermando di far parte della Protezione Civile, denigrando e disprezzando gli appartenenti al Gruppo storico e infangando il lavoro da loro svolto.
I Volontari del Gruppo si chiedono: esiste un Nuovo Gruppo Comunale? Se il Sindaco ha riscontrato anomalie nel vigente Piano, perché non ha convocato gli appartenenti al Gruppo e discuterne con loro? Come mai questi pseudo appartenenti alla Protezione Civile non vengono mai allertati per qualsiasi attività (incidenti, incendio, 4 novembre, processioni ecc)? Il Piano in vigore è stato finanziato dalla Regione Campania, stilato da tecnici del settore, nel rispetto delle vigenti disposizioni e a tutela della privacy era indispensabile rifarlo?
L’attuale Amministrazione, come si evince dai metodi adottati nei confronti dei Volontari di Protezione Civile, non vuole dei Volontari preparati e pronti per affrontare eventuali emergenze e, in barba a Leggi e Circolari del Dipartimento di Protezione Civile, vuole solo dei “ragazzi” sempre pronti per essere impiegati in qualsiasi attività, senza alcuna tutela della incolumità degli stessi.
Il Volontario di Protezione Civile – conclude la nota – deve prepararsi frequentando corsi, esercitarsi con le varie attrezzature disponibili, partecipare ad attività con altri Gruppi per confrontarsi, essere cosciente della sua preparazione ed essere pronto in caso di emergenza.
Quale capo della protezione civile, il Sindaco, dovrebbe raccogliere le richieste e dotare, compatibilmente con la capacità economica, i Volontari, in primis della prescritta assicurazione, delle attrezzature più idonee alle possibili emergenze ipotizzabili per il nostro territorio. Cosa che da due anni a questa parte non è più avvenuto”.