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CRONACA

Migranti, Di Donato interrogato dal Gip. L’imprenditore respinge tutte le accuse

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Oltre tre ore di interrogatorio nel corso del quale Paolo Di Donato, l’imprenditore sannita coinvolto nell’inchiesta della Digos di Benevento sui migranti, ha chiarito la sua posizione e risposto in merito alle accuse che lo riguardano. Un confronto avvenuto all’interno del Tribunale del capoluogo e al quale hanno preso parte il gip Gelsomina Palmieri, il procuratore aggiunto Giovanni Conzo e del sostituto Patrizia Filomena Rosa. Presenti anche i legali di Di Donato, Nazzareno Fiorenza e Pietro Farina.

Attenzione puntata sulla posizione dell’uomo all’interno del Consorzio Maleventum che, all’epoca dei fatti, si occupava di oltre 700 stranieri. Secondo l’accusa, Di Donato era il ‘dominus’ incontrastato dei centri di accoglienza. Una posizione, però, respinta con forza dall’indagato che ha ribadito di essere soltanto un consulente.

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia si è discusso anche delle somme che avrebbe ottenuto attraverso la falsa attestazione delle presenze degli stranieri nei centri. Una accusa che il caudino ha respinto spiegando che si trattava di errori dei responsabili delle singole strutture. L’imprenditore ha chiarito anche i rapporti con gli altri indagati Pavone e Panzone: con il dipendente della Procura avrebbe avuto un incontro esclusivamente per richiedere l’accesso agli atti sul suo procedimento secondo la legge vigente, mentre con il dirigente della Prefettura sarebbero intercorsi soltanto rapporti di natura lavorativa.

Al termine del colloquio, i legali hanno richiesto la revoca o l’attenuazione della misura cautelare. Una decisione sulla quale il Gip si è riservato di decidere e che potrebbe giungere entro la fine della settimana.

Sempre in Tribunale è stato ascoltato anche il dipendente della Procura sannita, Giuseppe Pavone. Anche lui ha respinto ogni accusa nei suoi confronti. Slittano al prossimo 27 giugno, invece, gli interrogatori di garanzia degli altri indagati.

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