CRONACA
Benevento, a piazza Castello la festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate
La proposta del presidente della Provincia, Claudio Ricci: "Intitoliamo piazze e strade ai morti di Caporetto"Ascolta la lettura dell'articolo
Celebrata, questa mattina, la Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Come di consueto la cerimonia si è svolta nella centralissima piazza Castello alla presenza delle principali autorità civili, militari e religiose, dell’Unicef e di alcune scolaresche della città. Presenti anche le associazioni combattentistiche con i rispettivi labari.
Manifestazione che si è aperta con la rassegna del picchetto d’onore – formato da una rappresentanza del Comando Provinciale dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, del Corpo Forestale dello Stato, dei Vigili del Fuoco, della Polizia Municipale e della Croce Rossa Italiana – da parte del prefetto Paola Galeone e del comandante provinciale dell’Arma, Alessandro Puel.
Successivamente c’è stata la deposizione della corona d’alloro, ai piedi del Monumento ai Caduti, per onorare il ricordo di tutti i soldati che hanno dato la vita per l’unità nazionale e in tutte le guerre.
Il prefetto ha poi letto il messaggio del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, mentre il comandante Puel quello della senatrice Roberta Pinotti, ministro della Difesa. “In questa giornata – ha detto Galeone – il nostro pensiero va a tutti coloro che hanno dato la vita per la nostra nazione e si sono sacrificati sull’altare della patria. Abnegazione che abbiamo il dovere di ricordare anche per l’alto valore morale che ci ha consegnato”.
Parole che riportano anche ad un anniversario speciale: ricorre, infatti, il centenario della battaglia di Caporetto. Una vicenda bellica che forse rappresenta la più grave disfatta nella storia dell’esercito italiano, ma anche l’inizio della ripresa delle sorti del Paese.
“Un sacrificio – ha aggiunto il sindaco Clemente Mastella – che ha permesso all’Italia di avere confini stabili e chiudere le vicende risorgimentali. Un traguardo importante per la nazione e l’unità dell’Italia che ancora oggi va difesa tutelando tutti i territori e promuovendo nuove forme di contrasto alla povertà”. Con un riferimento anche ai referendum indipendentisti.
Centenario della battaglia sull’Isonzo che è stato al centro anche del discorso del presidente della Provincia, Claudio Ricci, che ha proposto l’intitolazione di strade e piazza ai morti di Caporetto in tutto il Sannio. “Una azione – ha detto – che potrebbe rappresentare un indennizzo storico alla memoria di tanti giovani che hanno dato la vita per la nazione”.
Da i cent’anni di Caporetto a quelli della lettera di Benedetto XV ai capi delle nazioni belligeranti. L’arcivescovo Felice Accrocca, invece, ha ricordato “l’inutile strage”, come la definì il santo padre nell’agosto del 1917. “La vera risposta – ha sottolineato il pastore della Chiesa sannita – è la pace. Non c’è guerra da vincere o perdere, ma solo concordia da diffondere tra i popoli”.
La cerimonia si è poi chiusa con la consegna delle Onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferite dal Capo dello Stato alla sig.ra La Rocca Lorenzina nonché ai sigg. Bozzo Michele, Goglia Nicola, Iannelli Francesco, Mogavero Sabato, Pellegrini Pietro e Pirozzi Aldo.
LE DICHIARAZIONI – “In questo 4 novembre la riconoscenza a tutti coloro che sui campi di battaglia, nelle città, nei luoghi di lavoro, nelle case combatterono contribuendo a costruire l’Italia di oggi”. Così in una nota Mino Mortaruolo, Consigliere regionale della Campania.
“Cento anni fa – prosegue l’esponente del Pd – i fatti di Caporetto diedero prova del grande valore dei soldati italiani. Ieri come oggi continuano a servire, con spirito di sacrificio e generosità, il nostro Paese garantendo necessarie condizioni di pace e sicurezza. A tutte le Forze Armate impegnate in Italia e nel mondo la gratitudine per essere presidio per la democrazia. Buona Festa della Unità Nazionale! Viva l’Italia!”.
Anche Il Segretario generale aggiunto della Uil di Avellino/Benevento, Fioravante Bosco, ha partecipato – come di consueto – alla manifestazione del IV novembre di Piazza Castello a Benevento, su invito del Prefetto di Benevento Paola Galeone.
“La ricorrenza dell’anniversario della fine della prima guerra mondiale – sostiene Bosco – è l’occasione per ricordare con grande commozione i caduti della guerra del 1915/18 e di tutti i conflitti mondiali. I caduti con il loro sacrificio hanno permesso di realizzare gli ideali di unità e indipendenza, oggi patrimonio inestimabile della nostra Patria. Abbiamo un’identità, siamo davvero un popolo con una storia comune, con un sentire comune e con valori comuni. Per i giovani, auspico che sia sempre presente tra di loro l’amore per la nostra Patria, espressione di una comune fratellanza e di un’identità collettiva. La giornata del 4 novembre, per troppo tempo dimenticata in passato, merita sempre di essere ricordata per riflettere sugli ideali di pace e di libertà che ci sono stati trasmessi, ma anche per rinnovare il monito alle generazioni di oggi e a quelle future di rifiutare totalmente la guerra e qualsiasi altra forma di belligeranza tra i popoli. Ma il 4 novembre è anche la giornata delle Forze Armate, alle quali va un ringraziamento per l’impegno a difesa dei principi del vivere civile, profuso non solo nel nostro Paese, ma anche fuori dei confini nazionali. Oggi bisogna ribadire, con forza, l’importanza del ruolo assolto dalle Forze Armate, che mai come ora, nel contesto mondiale, costituiscono un fronte granitico che ci difende dalla violenza e dal terrorismo, e da chi diffonde la cultura della morte e della distruzione”.
“Quest’anno – conclude Bosco – la ricorrenza coincide con il 100° anniversario della disfatta di Caporetto, con annessa ritirata dell’esercito italiano, dal 24 ottobre al 19 novembre 1917. Oltre a rappresentare una carneficina, la battaglia portò allo sbando oltre 350mila soldati e provocò un esodo di 400mila civili che dovettero abbandonare abitazioni e averi per ritrovare una casa e un nuovo inizio in territorio italiano o, molto spesso, emigrando all’estero, verso le Americhe, in cerca di miglior fortuna. Ma da quella disfatta l’Italia seppe trarre giovamento, tant’è che poi arrivò la vittoria nel 1918 con la sconfitta del nemico asburgico e la riconquista dello spartiacque alpino. Ma quella vittoria fu pagata a caro prezzo poiché i morti furono circa 650.000”.