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POLITICA

Dissesto idrogeologico, Iesce: “ItaliaSicura’, su 7,7 miliardi di euro speso solo circa l’1,5%”

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“Mentre da una parte dell’Italia si stanno piangendo i morti e si spala ancora il fango, mentre da un’altra parte si contano i danni di voragini, allagamenti e mancanza di energia elettrica in alcuni quartieri… e mentre qui nel Sannio vediamo ancora i segni dell’alluvione del 2015, le polemiche politiche devono lasciare il tempo che trovano, perché la sicurezza di un territorio non ha un colore politico”.

Così Antonio Iesce, componente dell’assemblea nazionale del PD interviene sulla problematica del dissesto idrogeologico, a quasi due anni dall’alluvione dell’ottobre 2015.

“Bene ha fatto Walter Veltroni a porre la questione della lotta al cambiamento climatico e dell’ambiente come priorità per la politica – aggiunge Iesce – e bene ha fatto la Cia ad organizzare per giovedì 21 settembre, nel corso della Fiera di Morcone, un dibattito sui ‘Cambiamenti climatici, dall’emergenza alla prevenzione’. Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia alla sicurezza globale del pianeta e credo che non possano essere dimenticate le scelte importanti che l’Italia ha fatto – grazie al Pd – in questa legislatura. In particolare – ricorda Iesce – la scelta di stanziare ingenti risorse per contrastare il dissesto idrogeologico intervenendo in modo strutturale per prevenire disastri e distruzioni. Purtroppo ad oggi ancora pochissimi enti sul territorio si sono mossi concretamente”.

E Iesce snocciola un po’ di numeri : “La struttura di missione contro il dissesto idrogeologico della presidenza del Consiglio dispone di 7,7 miliardi da spendere entro il 2023 per rinforzare gli argini, allargare i canali tombati, tirare su muri di contenimento… Si tratta del piano ‘Italiasicura’ varato dal governo Renzi nel 2014 dal quale sono stati prelevati finora soltanto 14,4 milioni di euro, meno dell’1,5% dei fondi disponibili.  Questo sta a significare che bisogna ancora lavorare duro per investire sulle capacità di progettazione e sulle procedure per poter far partire questi cantieri ed evitare nuove perdite umane e materiali. In effetti, – continua Iesce – sfogliando gli 8.926 interventi ‘necessari e prioritari’ segnalati dalle Regioni quando fu lanciato il Piano, si nota che pochissimi sono corredati di un progetto esecutivo: appena il 6 per cento. Per il resto delle emergenze siamo al punto zero. Cantieri non se ne vedono. Poi accanto alle lista delle opere, e alla cifra che ogni Regione vorrebbe dallo Stato c’è una sfilza di etichette che ne certificano la lontananza dalla realizzazione: ‘progetto preliminare’, ‘studio di fattibilità’, ‘in fase istruttoria’. E notiamo che ci sono pochi ‘definitivi’ e pochissimi ‘esecutivi’. Bene l’annuncio, di pochi giorni fa, del Sottosegretario Del Basso De Caro sullo sblocco di fondi per il dissesto idrogeologico che riguarderanno diversi comuni del Sannio… Ciò sta a significare che i nostri enti locali stanno lavorando bene con progetti esecutivi e cantierabili”.

Da qui le conclusioni: “Lancio un ulteriore appello: bisogna prendere in mano quella finanza di progetto per la manutenzione dei fiumi che il nostro consigliere regionale Mino Mortaruolo lanciò nel 2016 in occasione di Sannio Start… Un’idea geniale per la salvaguardia, la tutela e la valorizzazione dell’habitat fluviale del Sannio che fu accolta da tutti! Resto fiducioso – chiude Iesce – che qualcosa a breve si sbloccherà”.

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