CULTURA
Il revival di Peppino di Capri fa sognare Benevento. Protagonisti anche Covatta e ‘notte sacra’
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Peppino Di Capri resta l’evergreen della canzone italiana con i suoi sessant’anni di carriera e i suoi brani senza tempo che emozionano in maniera trasversale generazioni diverse. E con il suo concerto per la XXXVIII edizione di Città Spettacolo lo ha dimostrato ancora una volta.
Una gremitissima piazza Roma che si è lasciata incantare dallo stile delicato, romantico e mai scontato delle sue canzoni più famose e del suo modo di comunicare con il pubblico: da il Sognatore a Roberta, Un grande amore e niente più a Champagne e tanti altri brani ancora.
Nell’itinerante e variegata offerta di Città Spettacolo, la serata di ieri ha dato l’opportunità di fruire delle bellezze artistiche e architettoniche di Benevento, con l’apertura fino a tardi delle chiese del centro storico, divenute location per la lettura di testi sacri e l’ascolto di musica spirituale. Il progetto è nato da un’idea di Renato Giordano in collaborazione con l’Ept e la Fondazione Bonazzi Onlus.
Suggestive le eco dei canti gregoriani nella Chiesa di Santa Sofia aperta a mezzanotte per un incontro di spiritualità con l’arcivescovo Acrrocca.
Il Teatro San Vittorino, invece, ha ospitato Giobbe Covatta nel monologo “la Divina Commediola”, che col suo piglio comico e sarcastico ha riacceso i riflettori, come ci ha abituato da tempo, su temi delicati, concentrandosi, in particolare, con questo lavoro sui diritti dei minori, sui migranti e sugli emarginati.
Ed è con la sua comicità sociale, dunque, che esalta, ad esempio le differenze del nascere e del vivere in Africa e in Europa, affronta i temi ambientali. Insomma Covatta mette in scena la commedia della vita, prendendo spunto dalla Divina Commedia di Dante ma trasformandone i protagonisti da peccatori e vittime nell’inferno per esempio e usando come è suo solito lil dialetto napoletano.