CULTURA
“L’altro di me”, successo per il balletto sulla disabilità della Modern Dance Academy
Lo spettacolo, curato e allestito dalla coreografa Paola Ievolella, ha visto la partecipazione di allievi ballerini di danza contemporanea e disabili per affermare che la danza non ha barriere
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“La danza non conosce barriere fisiche e mentali, ma addirittura le abbatte e tenta l’approccio non escludente con il proprio corpo e con il mondo circostante”. E’ questo, in sintesi, l’obiettivo e il messaggio dell’ambizioso e originale progetto coreografico allestito dalla coreografa Paola Ievolella, nell’ambito del saggio di fine anno accademico della Modern Dance Academy di Benevento, diretta da Enzo Mercurio e Ilva Truglio e andato in scena il 25 giugno scorso al Teatro Massimo e che ha visto la collaborazione del comitato “Insieme Per…”.
“L’altro di me” il titolo dello spettacolo di danza contemporanea, snodatosi in due parti e incentrato sulla disabilità mentale e fisica. Alla base del progetto artistico l’assunto, universalmente noto nella danzaterapia, secondo cui non esiste il corpo ideale e perfetto ma il corpo espressivo come manifestazione intima del proprio essere, strumento per conoscersi e per relazionarsi col mondo.
E’ così che in un approccio invertito ed empatico, la danzatrice Anna Mercurio, attraverso un passo a due con Vincenzo Diodato, e con l’accompagnamento delle allieve dei corsi superiori dell’accademia, è riuscita magistralmente a rappresentare la Follia, trasferendo al proprio corpo e prima ancora alla sua anima, e comunicandole al pubblico presente, le sensazioni di difficoltà e di immobilità imposte da una camicia di forza: la fatica a respirare, l’impossibilità di muovere il busto, la completa costrizione che in un passato, per fortuna lontano, provava chi soffriva di disturbi mentali come la schizofrenia, la depressione e l’ansia, quando veniva costretto nell’indumento di contenzione.
Lo stile hip pop coniugato con le movenze del contemporaneo ha garantito l’ottima performance, fatta di isolazioni e movimenti convulsivi di Alessandra Pisani, che, invece, con l’accompagnamento coreutico delle allieve dei corsi superiori della Modern Dance Academy, ha interpretato, dopo uno studio certosino e di forte immedesimazione, su una sedia a rotelle la forma più grave e complessa di paralisi corporea, la tetraplegia.
Corpi che parlano, che, non sottacendo problemi reali, annunciano la necessità dell’uguaglianza, dell’inclusione, annunciano l’urgenza di una relazione gioiosa e armonica con il mondo circostante, quella gioia poi esplosa sul palcoscenico, diventato sfondo per farfalle variopinte e volanti, con l’ingresso di alcuni bambini che quotidianamente fanno esperienza della disabilità e in alcuni casi studiano danza, come la piccola danzatrice Marta Delli Carri, che, consegnando un’enorme palla alla protagonista Alessandra Pisani, ha dato inizio al “girotondo della gioia e dell’amore”.
Soddisfatta ed emozionata la coreografa Paola Ievolella che ha auspicato il proseguimento anche in altri spazi del progetto per affermare il messaggio che “tutti, anche i disabili, possono ballare.”