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Caritas chiede aiuto alla Regione e punta sui PTRI per dare un futuro ai sofferenti psichici

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Una sfida importante quella lanciata questa mattina all’Asl dalla Caritas di Benevento e dall’associazione “La Rete Sociale Onlus”: permettere a sofferenti psichici e persone con una fragilità cronica o temporanea di ricostruire la propria storia di vita innescando un cambiamento attraverso la sinergia di interventi sanitari e soprattutto sociali. Coinvolgendo in questa azione il paziente stesso, la sua famiglia e la sua comunità.

Questo l’obiettivo principale dei Progetti Terapeutici Riabilitativi Individualizzati con Budget di Salute, presentati nel corso di una tavola rotonda alla presenza di istituzioni locali, del vescovo Felice Accrocca e dell’assessore regionale alle Politiche Sociali e all’Istruzione, Lucia Fortini.

Socialità/Affettività, Formazione/Lavoro e Habitat sociale rappresentano le tre determinanti della salute sulle quali si struttura il piano individualizzato  della durata di due anni, prorogabili a tre per dare la possibilità alla persona di ripartire. Un progetto che, però, ha subito un’interpretazione di legge sbagliata che ha causato un blocco burocratico.

“C’è una grande energia a Benevento che dal 2014 stava rivoluzionando il mondo dei sofferenti psichici e delle prese in carico della disabilità in genere ed è quella dei budget di salute – spiega Angelo Moretti, coordinatore generale della Caritas di Benevento -. Ogni ragazzo con una fragilità sociale ha diritto ad un progetto individualizzato. Lo dice la legge e ci sono fondi: l’Asl ha a disposizione 19 milioni di euro per la riabilitazione individualizzata e per le prese in carico residenziali e semi-residenziali individualizzate.

Succede, però, che da circa un anno si chiede ai Comuni – che non hanno risorse – di compartecipare alla spesa al 50%. In questo modo si interrompe il progetto. Noi – conclude Moretti – abbiamo chiesto all’assessore Fortini di interpretare correttamente la norma. Ci aspettiamo che ora si possa riprendere questa rivoluzione”.

Il primo frutto di questo lavoro di Co-progettazione, co-gestione, co-finanziamento e valutazione dei processi terapeutici-riabilitativi è la nascita della Fattoria Sociale Villa Mancini di Ponte, un rudere ereditato dalla Chiesa beneventana e divenuto segno di accoglienza e di promozione per giovani in condizioni di disagio psichico, ma anche luogo di lavoro: oggi ospita 6 adulti che svolgono Progetti Terapeutico Riabilitativi con Budget di salute ed è stato il primo Habitat della provincia di Benevento ad accogliere le persone venute fuori dagli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

Le dichiarazioni nel servizio video

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