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Comune di Benevento

Il M5s attacca l’assessore Reale: urbanistica tra “realismo” e utopia concreta

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“Dell’intervento di saluto dell’assessore all’urbanistica del comune di Benevento, Antonio Reale, in occasione della presentazione del libro (eccellente e che vorremmo discusso in seminario riservato ai consiglieri) dell’arch. Raimondo Consolante, – scrivono in una lunga nota i consiglieri comunali M5s a Palazzo Mosti, Marianna Farese e Nicola Sguera – abbiamo apprezzato soprattutto la sua intenzione di imparare e di documentarsi in merito allo sviluppo storico, architettonico e urbanistico della città di Benevento. Ebbene, leggendo il prosieguo del suo intervento, proprio in considerazione della sua buona intenzione, siamo dell’opinione che forse avrebbe fatto bene ad astenersi dall’affrontare molte delle questioni urbanistiche della città, aspettando la conclusione del proficuo studio.

L’assessore – spiegano – esalta le ottime intuizioni urbanistiche delle amministrazioni Viespoli e D’Alessandro (1993-2006). Dimentica però che molte delle criticità tutt’oggi presenti in città risalgono proprio a quelle intuizioni. E non parliamo solo di Piazza Duomo ma anche, ad esempio, della riqualificazione dell’area di Cellarulo. Un progetto che oggi appare scadente, peggiorato da un’esecuzione disastrosa che, oltre ad avere devastato una zona di grande pregio ambientale, ha prodotto strascichi di ogni tipo. Se l’Assessore vuole inverare il suo cognome, ed essere “realista”, che vada almeno a visionare i luoghi di cui parla prima di formulare un giudizio.

Gli sono, inoltre, sfuggite le vicende relative al Malies, agli ipermercati e alla multisala, risalenti proprio agli anni da lui evocati. Al di là delle vicende giudiziarie, urbanisticamente (è quello che interpella la politica) fu messa in moto una potente spinta centrifuga che espulse dal centro storico le attività che per tradizione lo caratterizzavano producendo un impoverimento non solo culturale, storico e sociale di questa importante parte della città ma anche economico.

Poi – proseguono gli esponenti M5s – accenna al problema dell’IMU sulle aree edificabili come se potesse essere risolto in modo semplicistico inventando o falsificando i valori dei suoli. In effetti, la soluzione si trova solo dando una nuova destinazione urbanistica alle aree attualmente edificabili. Ciò si può fare attraverso la redazione di un nuovo PUC, una variante di quello in vigore o più semplicemente attraverso gli Atti di Programmazione degli Interventi (API) regolati da una legge regionale (16/2004 all’art. 25). Il comune di Benevento approvò il primo API contestualmente all’approvazione del PUC che entrò in vigore l’8 gennaio 2013. Quindi, allo stato, dovremmo già avere la rimodulazione dell’API del 1° triennio, che si sarebbe dovuta elaborare secondo le modalità dell’articolo 25 della legge 16 del 2004. Con la rimodulazione, tra l’altro, si sarebbe dovuto provvedere al ricalcolo dei vani residenziali utilizzati e alla riarticolazione della tabella dei vani del PUC, anche in funzione del decremento della popolazione residente verificatasi negli ultimi anni e della crisi economica che ha contraddistinto soprattutto il comparto dell’edilizia.

Con la sua grave inerzia (rectius omissione), il Comune ha, nella sostanza, delegato tutte le scelte, compreso quelle territoriali, al “mercato” che, però, dovrebbe valutare solo la “quantità” in base alla legge della domanda e dell’offerta ma certamente non dovrebbe decidere anche “dove” e “quando”, prerogative assolute dell’Amministrazione comunale che dovrebbe indirizzare, guidare e regolamentare tutti i processi relativi al governo del territorio secondo valutazioni ambientali, sociali ed economiche che solo la mano pubblica può effettuare. Perché in nove mesi l’attuale amministrazione non ha neanche affrontato tale problematica? Eppure sarebbe bastato prendere atto della mancata manifestazione d’interesse di costruire da parte dei proprietari delle aree edificabili incluse nel primo API e procedere ad una declassificazione d’ufficio abbattendo quindi notevolmente e in modo legittimo l’IMU sulle aree edificabili…

In sintesi, ci troviamo di fronte ad una capacità pianificatoria di questa amministrazione prossima allo “zero”.

Invece, – continua la nota – la capacità di programmare l’abbiamo potuta verificare con il bando di riqualificazione delle periferie. La città di Benevento si è classificata in fondo alla graduatoria. Intanto, sono stati finanziati solo i primi 24 progetti tra cui quelli di Roma e Torino e, in Campania, quelli di Avellino, Caserta, Napoli e Salerno. Insomma, per vedere realizzata la mega opera di piazza Risorgimento, prevista nel progetto mastelliano, bisognerà attendere a lungo, e gli abitanti delle periferie degradate dei rioni Fontanelle, Libertà, Ferrovia, Ponticelli, Capodimonte e Pacevecchia per vedere crescere la qualità della vita delle zone i cui abitano devono dotarsi di molta pazienza.

Infine, leggendo le convinzioni dell’assessore Reale sui provvedimenti della magistratura che hanno prodotto arresti di amministratori e di un Dirigente, si ha il sospetto che egli non sia ancora perfettamente consapevole di quale sia l’Assessorato di sua competenza e quale sia il settore, per dirla con le sue parole, che ha ereditato.

Ultima nota. Qualche giorno fa siamo intervenuti in modo puntuale sulla vicenda dei 32 alloggi da realizzare a Capodimonte, ma nessuno è stato in grado di intervenire nel merito in modo altrettanto puntuale, e tutte le parti coinvolte o, comunque, interessate hanno continuato a discettare rimanendo nel vago, cercando soltanto di scaricare le responsabilità sugli altri senza affrontare con decisione la questione.

Allora, per essere ancora più precisi e diretti: sin dalla metà del 2014 (tre anni fa!) sono state risolte tutte le questioni inerenti i 32 alloggi, tanto che nel corso dello stesso anno fu espletata anche la gara d’appalto e i lavori furono assegnati all’impresa aggiudicataria nella prima metà del 2015 (due anni fa”). Identico discorso, compreso procedure e tempi, è valido anche per i 160 alloggi dell’housing sociale da realizzare sempre alla contrada Capodimonte.

Allora – concludono Farese e Sguera – la domanda è questa: cosa è successo nel corso degli ultimi due anni o, domanda più inquietante, cosa non è successo perché i lavori non avessero inizio?. Ed ancora, dopo l’aggiudicazione delle due gare, come si sono mossi e cosa hanno fatto di concreto Comune, IACP e tutti coloro interessati alla questione perché i lavori iniziassero?

In conclusione, proprio dalla presentazione del libro di Consolante, nel confronto fra periodi “felici” tra XIX e XX secolo e periodi meno “felici”, è emerso quanto sia decisivo possedere un’idea di città, che proviene da una comunità che sa quel che vuole. Altrettanto decisivo possedere una classe dirigente in grado di passare dall’ideale al reale. Le convulsioni degli ultimi giorni (e le parole di fuoco pronunziate dall’Assessore dimissionato d’imperio contro la sua parte politica tutta presa dalla distribuzione degli incarichi) non lasciano presagire nulla di buono”.

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