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“Noi e gli altri”, gli studenti dell’Unisannio si confrontano su omofobia e discriminazioni
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La lotta alle discriminazioni e all’omofobia e il rispetto dell’articolo 3 della nostra costituzione che sancisce l’uguaglianza tra i cittadini. E’ stato un momento di riflessione e approfondimento quello realizzato dall’associazione Etabetagamma all’Unisannio. “Noi e gli altri”, questo il titolo di un convegno che ha voluto portare nelle aule dell’ateneo sannita il tema dell’emarginazione sociale. Al dibattito hanno preso parte diversi docenti dell’Università e il vicepresidente della Fondazione “Città Spettacolo”, Massimiliano Fini.
“L’iniziativa di oggi – ha spiegato il delegato per le attività culturali dell’associazione studentesca, Pasquale D’Alessio – rientra in un ciclo di seminari che vuole coinvolgere gli studenti. L’obiettivo è discutere non solo di piani di studio ed esami, ma affrontare temi di attualità che interessano la società nella quale viviamo”.
Il dibattito è stato impreziosito dalla presenza della presenza di Ivan Bacchi e Max Nardari, rispettivamente protagonista e regista del corto “Lui e l’altro” che affronta proprio il tema dell’omofobia. Un progetto cinematografico del 2010 e che ha ricevuto ottimi riscontri sia di critica che di pubblico.
Una pellicola che, attraverso l’ironia, racconta le fobie più comuni, ma al tempo stesso affronta un tema che sotto certi punti di vista resta ancora un tabù per molti italiani. I dati snocciolati nell’intervento della professoressa Rosanna Pane, delegato ai diritti umani dell’Unisannio, sono chiarissimi in tal senso.
Le statistiche Istat, infatti, raccontano di un Paese spaccato a metà dove si nota un’apertura nei confronti delle coppie gay nonostante restino in piedi ancora molti pregiudizi. Ad esempio, mentre il 73% dei cittadini crede che sia ingiusto penalizzare sui luoghi di lavoro gli omosessuali, contemporaneamente un italiano su due non vorrebbe un maestro gay per i suoi figli. Ancora, il 74% non ritiene le coppie dello stesso sesso una minaccia per la famiglia, ma il 40% degli stessi intervistati ammette che avrebbe difficoltà ad averli come vicini di casa e l’80%, invece, è contrario all’adozione.
Dati in controtendenza che indicano ancora una spaccatura nell’opinione pubblica sul tema. “Nonostante i passi in avanti – ha commentato Bacchi – è giusto continuare a parlare con le nuove generazioni del tema dell’omofobia e più in generale della lotta a tutte le discriminazioni”.