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Lavoro e referendum, la Cgil incontra l’Auser di Benevento

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Allarghiamo i diritti a chi non ne ha, riduciamo la precarietà, aiutiamo i giovani, liberiamo il lavoro. Questi gli obiettivi dei referendum popolari promossi dalla Cgil. Per compiere una tappa importante in questa direzione bisogna abrogare i voucher ed estendere la responsabilità solidale negli appalti. Le ragioni del sì sono state illustrate dalla segretaria provinciale Rosita Galdiero, e da Raffaele Covino, responsabile dello Spi sannita, in un partecipato e vivace dibattito, coordinato dal giornalista Antonio Esposito, che si è svolto presso la sede dell’Auser di Viale Mellusi.
La riflessione è partita dall’abuso dei voucher, i famosi ticket da mini-impieghi, nati per lavori occasionali e per combattere il lavoro nero, ma diventati nel tempo strumenti di sfruttamento e di precarizzazione.
“Nel Sannio -ha denunciato Galdiero- sono stati utilizzati 374 mila voucher. Le garanzie sono diminuite ed il ricorso eccessivo ad essi ha contribuito a creare il cosiddetto lavoro grigio. I più colpiti sono i giovani”. L’utilizzo di questi buoni è passato in Italia, in otto anni, da 555 mila a 121 milioni. Per gli appalti la Cgil chiede che non ci siano differenze di trattamento tra chi lavora nell’azienda committente e chi in un’azienda appaltatrice o in un’azienda in sub-appalto. Chi opera nel sistema degli appalti deve vedersi garantiti gli stessi diritti e le stesse tutele. Difendendo l’occupazione nei casi di cambi d’appalto e contrastando le pratiche di concorrenza sleale. Per i due referendum sono state raccolte sul piano nazionale 4 milioni e mezzo di firme. Dal Sannio ne sono arrivate ben 37 mila.
“Un risultato non scontato -ha concluso Galdiero- che testimonia la voglia di partecipare e di contare. La difesa dei diritti passa anche per la soluzione delle tante vertenze aperte a Benevento, dalla mensa scolastica ai trasporti, ai servizi sociali, ai lavoratori dei rifiuti. Il dissesto avrà ricadute pesanti. Chiediamo al sindaco un confronto su tutte le questioni del lavoro, sull’assistenza domiciliare integrata e sulla povertà crescente. Ci preoccupano il taglio di oltre un milione di euro all’Asia ed i segnali che arrivano da Roma, dove pochi giorni fa 15 dipendenti della Trotta Service, che ha rilevato l’Amts, sono saliti sul tetto perché non prendono lo stipendio da otto mesi”.