POLITICA
Referendum, “Scelgo No Sannio”: “Il combinato disposto di riforma e legge elettorale è inaccettabile”

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“Iniziamo a illustrare le ragioni del no, anche alla luce di quanto ascoltato dal prof. Massimo Villone, intervenuto al convegno dell’Anpi. La torsione plebiscitaria cui andiamo incontro, in virtù del celeberrimo ‘combinato disposto’ di riforma costituzionale e legge elettorale, è inaccettabile va respinta a prescindere dalla sorte del governo”. Così in una nota il Comitato provinciale “Scelgo No Sannio”.
“Un parlamento illegittimo per l’incostituzionalità della legge elettorale, e una maggioranza raccogliticcia e occasionale, col sostegno decisivo dei voltagabbana, stravolgono la Costituzione nata dalla Resistenza. L’irrisione e gli insulti rivolti agli avversari vogliono nascondere l’incapacità di rispondere alle critiche – prosegue la nota -. Il risparmio è di spiccioli. La gran parte dei costi viene non dalle indennità, ma dalla gestione degli immobili, dai servizi, dal personale. Mentre anche il senatore non elettivo ha un costo per la trasferta e la permanenza a Roma, nonché per l’esercizio delle funzioni (segreteria, assistente parlamentare ecc.). Risparmi con certezza maggiori si avrebbero – anche mantenendo il carattere elettivo – riducendo la Camera a 400 deputati, e il Senato a 200. Avremmo in totale 600 parlamentari, invece dei 730 che la legge Renzi-Boschi ci consegna.
Un consigliere regionale è espressione di un territorio limitato e infraregionale, cui rimane legato per la sua carriera politica – spiegano dal Comitato -. Lo stesso vale per il sindaco-senatore. Avendo pochi senatori, ogni regione sarà rappresentata a macchia di leopardo. Pochi territori avranno voce nel Senato, e tutti gli altri non l’avranno. Tra questi, sicuramente il Sannio. È la camera dei localismi, non delle regioni. I senatori eletti avrebbero dato rappresentanza a tutto il territorio regionale e a tutti i comuni in esso compresi. Si rischia un abbassamento della qualità nei massimi livelli di rappresentanza nazionale. Basta considerare le cronache di stampa e giudiziarie. Soprattutto perché ai consiglieri-senatori e ai sindaci-senatori si riconoscono le prerogative dei parlamentari quanto ad arresti, perquisizioni, intercettazioni. Un’inchiesta penale a loro carico può diventare molto difficile, o di fatto impossibile”.