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CULTURA

A Benevento il critico senza volto Visintin racconta il mondo del food tra tv e chef showman

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Il mondo del food proteiforme, traboccante, sempre più business che piacere, sempre più spettacolo che qualità, è l’argomento del nuovo libro del critico gastronomico mascherato, Valerio Massimo Visintin, presentato ieri sera a Benevento dal blogger “GOUR_MAN” Antonio Medici. L’incontro, moderato dalla giornalista Melania Petriello, si è svolto a Palazzo Paolo V, e ha visto confrontarsi il noto critico con il presidente di Slow Food Italia, Nino Pascale.

Cuochi sull’orlo di una crisi di nervi. Viaggio in incognito fra tic e manie della ristorazione italiana, edito da Terre di mezzo, è l’ultimo lavoro del giornalista del Corriere della Sera, Visintin, che anche questa volta non trattiene la sua spregiudicata schiettezza e con straordinaria ironia ammonisce la mutazione bacata del mondo culinario.

Lo scrittore, dal volto totalmente coperto, spiega come il contemporaneo eccessivo interesse per la cucina si riveli superficiale, rivolto molto di più agli chef stellati, ormai showman, che al cibo stesso. E la televisione, una delle artefici di questo processo, spesso si limita a promuovere soltanto i grandi marchi di multinazionali.

Dotato di una penna pungente non risparmia neanche il giornalismo gastronomico colpevole di assecondare spesso logiche commerciali e peccare di scarsa obiettività, di cui, invece, Visintin si dice innocente e persecutore di “etica e sincerità”.

Durante la presentazione l’uomo mascherato non si esime dal provocare più di una volta Nino Pascale: è la frequente collaborazione di Slow Food con grandi aziende e quindi grandi interessi, in varie occasioni tra cui l’EXPO, a non convincere Visintin. In tutta risposta il presidente di Slow Food Italia ricorda che l’associazione internazionale persegue costantemente gli obiettivi fondanti come il rispetto dell’ambiente, dei lavoratori e della salute del consumatore.

Ma l’attenzione del pubblico rimane per tutto il tempo rivolta verso lo scrittore senza volto, vestito di nero, di cui è stato possibile intravedere solo parte delle dita: è lui infatti l’attrazione dell’evento, e la sua anonimità paradossalmente ben coniugata alla popolarità, quasi offusca le considerevoli doti di scrittore e di critico. (Amalia Panella)

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