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Alluvione, un anno dopo: commenti, critiche e proposte per il futuro

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“Oramai si è perso nella nostra città anche il rispetto della sofferenza e del dramma vissuto dai nostri concittadini un anno fa con la catastrofe dell’alluvione. Le celebrazioni, ricordare le sofferenze, in questi casi, vanno tutte nelle rappresentanze istituzionali sui luoghi del dramma. Si organizzano convegni di prevenzione, di messa in sicurezza, manifestazioni celebrative, proponendo ed attuando le soluzioni atte a scongiurare nuovi fenomeni di distruzioni. Qui da noi con l’avvento della nuova amministrazione a guida Mastella, non si riesce a programmare ed andare oltre i soliti riti musicali, feste, danze e triccaballacca”. A denunciarlo in una nota è l’associazione “Sfidiamoli”, guidata dalla giornalista Vittoria Principe, che interviene con una nota sull’anniversario dell’alluvione.

“Ed allora, ecco, che i grandi amministratori della nostra città, organizzano in questa data cosa: la “Notte delle streghe, per reagire alla tragedia di un anno fa”! Una festa per trasformare il ricordo di una sciagura in energia. Questo almeno nell’intento dell’amministrazione a guida Mastella. Quella notte, 15 ottobre 2015, sì che hanno visto le “Streghe“. Anche il titolo della manifestazione è a dir poco sconvolgente. Ma si sono chiesti cosa ne pensa chi in quei giorni ha subito danni, distruzione, perdita dei propri beni, frutto di una vita di sacrifici? Per dimenticare, secondo loro, basta na canzuncella!

Il vero problema – afferma Sfidiamoli – è che oltre alla caduta di stile e di rispetto verso chi ha sofferto e soffre, questa amministrazione non sa andare oltre la solita musichetta e canzuccella. La città aveva ed ha bisogno di un Sindaco che affronti e risolva i problemi, che applichi la pratica del confronto e della discussione con la società beneventana. Fino ad ora abbiamo solo visto forti attenzioni e celerità per organizzare “La cena in bianco”, “La Notte delle streghe”, “Streghe in luce”, “InCanto di Natale”. In questo cari concittadini emerge, e come, tutta la loro attenzione alla città. Questa comunità non ha bisogno di un Sindaco e di una amministrazione che travestendosi da “Bibi Ballandi della Ballandi multimedia production“ agenzia nota al Sindaco, si specializzi in concerti, musica, spettacoli e feste di piazze.

Musica, feste e festini – conclude l’associazione – li organizzino nell’ambito delle proprie residenze megagalattiche, Benevento, è da sempre, città dell’arte, della storia, della cultura. Scongiuriamo, tutti insieme, la nascita di una “Benelandia” che nulla a che vedere con la nostra storia e tradizioni. Le antiche tradizioni romane, prone e avvezze a questi eventi, distano secoli da noi”.

“Sono trascorsi 365 giorni da quando Benevento, la mattina del 15 ottobre 2015, – racconta Vittorio Giangregorio del Meetup “Grilli Sanniti” – si è svegliata smarrita e ferita. Acqua, fango e detriti erano ovunque.

Nell’emergenza, come tanti altri beneventani, siamo scesi per le strade e abbiamo dato una mano a ripulirle, abbiamo sollecitato i nostri rappresentanti nelle istituzioni e con loro abbiamo lavorato per offrire un gesto concreto alla città. E ci siamo riusciti! Una scuola è stata messa in condizione di riprendere le attività in tempi brevi.

Passata la tempesta, come tutti, – spiega – ci siamo interrogati sulla possibile natura del fenomeno alluvionale, cercando di capire cosa fare per evitare che eventi del genere si ripetessero in futuro. Letti i documenti, valutate le competenze è emerso con palese evidenza che le cause dell’alluvione e gli effetti sono da attribuire all’assenza totale e prolungata di una seria politica del territorio.

Negli anni, non solo – aggiunge – sono state adottate scelte sbagliate nell’edificare, nel pianificare, nel consumare il suolo, ma si è abbandonata anche ogni manutenzione e gestione dei corsi d’acqua e del sistema di scolo delle acque piovane. Si è perso il rapporto che, per millenni, ha legato gli abitanti e la propria terra. Quelli che un tempo erano ricchezza per la popolazione, la terra e i fiumi, oggi pare siano diventati solo un problema se non un pericolo.

Il perenne scarica barile ha aggrovigliato la matassa. E, allora, chi aveva il compito istituzionale di gestire il territorio ha delegato la materia ora alla Regione, ora alla Provincia, ora all’Autorità di Bacino o alla Sovrintendenza o ai Comuni, tanto che oggi non è semplice neanche più risalire alle responsabilità e individuare chiaramente chi deve e può intervenire.

Più volte, però, in questi dodici mesi la pioggia, anche se con intensità minore, ha mandato in tilt i sistemi di scolo, soprattutto nelle zone esterne al centro abitato, prima fra tutte contrada Pantano. Qui, anche se il fiume non supera gli argini, gli abitanti rimangono spesso isolati e in forte difficoltà per i fanghi, ancora quelli portati dall’alluvione del 2015, che ostruiscono fossi e canali e che si riversano lungo le stradine della contrada e nei sottopassaggi.

La stessa condizione – evidenzia l’esponente grillino – la vivono gli abitanti di molte altre contrade del territorio comunale, seppure con intensità diversa. È da un anno che le strade sono difficilmente praticabili, ci sono fossi e cunette saltate. Gli agricoltori e i proprietari dei fondi sono alle prese con la fase di ripristino, ma nessuno riesce a dare soluzioni quando è necessario sostituire gli attraversamenti, chiedere le autorizzazioni, capire quali fossi sono di competenza comunale e quali di competenza privata e soprattutto quali sono quelli liberi.

Trent’anni di abbandono non possono essere recuperati con interventi circostanziati o con misure straordinarie. Lo ribadiamo da tempo: è necessaria una rivoluzione, dobbiamo cambiare il nostro modo di essere cittadini, di essere progettisti o funzionari pubblici e soprattutto rappresentanti politici. Una rivoluzione gentile che non può più attendere.

Il Movimento Cinque Stelle si impegnerà affinché il Comune di Benevento adotti un regolamento che disciplini la manutenzione delle aree agricole, dei fossi e degli scoli nella aree urbane e rurali – il Regolamento di Polizia rurale – che, oltre agli impegni concreti e ai tempi certi degli adempimenti per i privati e per il Comune, commini anche sanzioni in caso di inadempimento.

Il Comune di Benevento, stando all’enorme estensione delle aree agricole, è stato più volte invitato ad adottare un simile provvedimento, ma invano. Piuttosto, ha preferito affidarsi al caso e alla buona volontà della Polizia Municipale.

Senza regole e senza incentivi alle buone pratiche, magari prevedendo sgravi fiscali, sarà davvero difficile invertire la rotta.

Un regolamento, infatti, se rispettato e fatto applicare con scrupolo prima di tutto dagli enti e dalle istituzioni – Anas, Comune e Provincia di Benevento, Ferrovie dello Stato et cetera -, scritto confrontandosi con esperti e con l’ausilio dei cittadini, potrà offrire un approccio nuovo e diverso a questi temi. Il tempo stringe. La storia ce lo insegna, se lasceremo sbiadire i ricordi dell’alluvione, le questioni resteranno insolute fin quando la natura, il Calore e il Sabato torneranno a chiederci il rispetto che meritano.

Alla proposta che faranno i Consiglieri eletti del M5S – conclude Giangregorio – si affiancherà una campagna di informazione che si svolgerà prendendo contatti con le associazioni locali e girando per le contrade per spiegare agli abitanti perché conviene a tutti “proteggere i fossi”.

Sulla giornata di ricordo è intervenuto anche Angelo Feleppa, consigliere comunale a Palazzo Mosti per il gruppo ‘Del Vecchio sindaco’: “Il 15 ottobre – scrive – ricorre l’anniversario del terribile alluvione che ha coinvolto prima la nostra città e poi tanti comuni della provincia. Tante sono le ferite che ci ha lasciato  e  ingenti sono tasti i danni subiti, dai privati alle aziende e/o attività produttive. Un fenomeno, quello dell’alluvione, che ha sconvolto le nostre coscienze e ha cambiato la logica di sicurezza fino ad allora ritenuta accettabile.

Il cambiamento climatico – continua l’esponente della minoranza – ci pone in una nuova condizione, ci rende da allora ancora più vulnerabili. Chi come me dai primi minuti ha affrontato l’emergenza, ha potuto accertare l’enorme dramma che la “scia”  d’acqua e fango ha provocato. Intere famiglie in più zone della città hanno sofferto e vissuto un esperienza terribile. Straordinariamente maledetta, improvvisa e tempestosa . L’aiuto di tutti, uomini e donne, dei soccorsi e del volontariato (forza che si arricchisce dello straordinario esempio di generosa e inconfutabile umanità ed appartenenza) ha ridato speranza ed ha offerto un valido e prezioso contributo umano e professionale. Anche questo ha rappresentato una fase nuova, importante è determinate. Ad oggi tanti sono quelli che sono tornati ” alla normalità”.

Normalità – prosegue – che richiede lo sforzo delle istituzioni, già dimostrato ed attuato a livello centrale,ma che  cerca un ulteriore contributo dagli enti locali i quali devono ridare  credibilità e continuità all’azione e amministrativa avviata e concretizzata con il ristoro dei danni riconosciuti dal governo e che si avviano, almeno in una prima fase, al recupero di somme a carico dei privati. Svolta determinate, quella del governo, mai attuata prima che agisce, senza  indugio, a vantaggio dei nostri concittadini. Ad un anno dall’evento, oggi più che mai, la politica e la classe  dirigente ha  il  dovere di sostenere un impegno straordinario affinché si avvii una fase progettuale che riconduca il rischio ad un livello accettabile e che si adoperi per valutare, concretamente, una nuova fase progettuale accettabile ed efficace.

Quale membro del consiglio comunale di Benevento, – conclude Feleppa – mi adopererò affinché, tra le altre cose,  si attui il programma di tutela della incolumità delle persone e della salvaguardia dell’ambiente, dei  beni con un nuovo e concreto obbiettivo: tutela del territorio e dell’ambiente circostante, ossia attenuazione del rischio idrogeologico, dove, l’impegno di tutti, pubblici e privati, è essenziale per l’obbiettivo finale”.

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