Trasmettere la delicata e difficile arte della mixologia a futuri bartender cercando di valorizzare la professionalità e, allo stesso tempo, di divulgare la cultura del bere bene. Sono questi alcuni degli obiettivi del progetto “How to mix drink or the bon vivant's companion”, messo in campo ormai da 5 anni dall'associazione italiana Bartender & Mixologist e presentata questo pomeriggio a Benevento.
La necessità di formare nuove figure, sempre più in grado di saper stare dietro ad un bancone e capaci di mantenere lo standard qualitativo del prodotto offerto al cliente, è nata dalla crescente diffusione nel settore food & beverage di nuove attività commerciali. La preoccupazione, infatti, è quella di avere barman improvvisati: la poca professionalità, infatti, crea sia un danno alla categoria stessa che all'economia della movida beneventana.
“Cinque anni di intenso lavoro ma anche di grandi soddisfazioni”, così ha commentato Vincenzo Romano, responsabile formativo dell'Aibm. “Dal 2011 ad oggi – ha continuato – sono cambiate molte cose, dall'affidamento della parte formativa dei giovani assegnata direttamente a me e ad Adolfo Pastore al rinnovato patrocinio da parte del Comune di Benevento”.
Aspetto molto importante che rappresenta una naturale conseguenza al lavoro ben svolto dall'associazione è stato il dato crescente in riferimento all'occupazione lavorativa dei corsisti: la partecipazione, infatti, ha fatto registrare un tasso elevato di giovani bartender che hanno trovato lavoro sia come dipendenti sia grazie all’apertura di una attività.
Le dichiarazioni nel servizio video