Sindacati
Accordo sindacati con Nestlé, la replica di Fai Cisl: “Mai contestato il rilancio del sito”
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Carmine Panella, rappresentante Fai Cisl delle RSU Stabilimento Nestlé Benevento, replica attraverso un comunicato alle dichiarazioni di Cgil e Uil in merito alla questione relativa all’accordo sottoscritto per rilanciare lo stabilimento Nestlé in città.
Di seguito la nota:
“La questione che abbiamo sollevato con il nostro precedente comunicato, non riguarda se fare un accordo o meno per il rilancio del sito di Benevento, per lo sviluppo industriale e l’occupazione, ma riguarda l’accordo in essere, la sua qualità e il metodo con il quale si è arrivati ad un contenuto negoziale inadeguato sotto diversi profili, o quanto meno l’interesse e le tutele delle lavoratrici e lavoratori beneventani.
Innanzitutto il sito non è mai stato in discussione (la paura!)…semmai la questione affrontata ai tempi è stata se tale sito sarebbe stato interessato o meno dalla nuova Newco “Froneri”.
Diversamente dovremmo attenderci rischi per i siti di Frosinone e Parma, passati alla Newco Froneri.
Nessuno è contro “lo sviluppo industriale e occupazionale”, o a traghettare una procedura di mobilità incentivata e volontaria se necessaria (la propaganda!)… ma ci chiediamo perché diversamente da altri siti Nestlè qui è mancata una discussione, un confronto, un documento a livello nazionale del piano industriale e di sviluppo occupazionale, dettagliato rispetto agli investimenti, ai modelli organizzativi, al rilancio del sito e dell’occupazione. Un caso?
Intanto prendiamo nota che un comunicato sindacale formalizza il valore dell’investimento, che senza dubbio non si discosterà dal documento ufficiale dell’azienda, che aspettiamo nei dettagli e nei tempi; ma ancora una volta si fa finta di non capire dov’è il problema. Veramente.
A Benevento, non solo si sono azzerati gli accordi di miglior favore di sito; ma come abbiamo ormai appurato si è derogato all’art. 47 par. 2, cioè alla tutela alla malattia, e lo si è fatto nella peggiore delle modalità tecniche, e senza tener conto di importanti eccezioni, che rischiano non di combattere l’abuso, ma ti precarizzare le condizioni economiche di chi è malato!
A proposito di “precisazioni”: alle parti sindacali stipulanti suggeriamo di chiarire quanto prima la questione di quanto vale l’assenteismo fisiologico, e se la deroga scatta sul dato individuale o collettivo. Poiché oltre al danno già procurato si rischia anche la beffa, e di far pagare oltre modo chi non è un assenteista ma è semplicemente malato!
Questa ulteriore mancanza di dettaglio, oltre alle gravi mancanze ed eccezioni che potevano in qualche maniera evitare uno strappo così profondo (lungo degenze, day hospital e ricoveri, l’esclusione in caso di ricadute o continuazioni, le assenze legate agli stati di gravidanza e TUTTE le gravi patologie); dimostrano senza dubbio, che quell’accordo salvaguarda un unico interesse: quello dell’azienda.
Abbiamo lottato – da soli! – per evitare tale sbilanciamento, facendo proposte di merito che sono state respinte dall’azienda, forte anche del silenzio assordante delle altre parti sindacali.
Ecco perché abbiamo parlato di “Figli di un contratto minore”:
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è minore nelle condizioni, rispetto agli altri siti Nestlè;
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è minore nella deroga: la peggiore mai fatta, in quanto colpisce nell’ambito della malattia;
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è minore nel rispetto dei più elementari confronti democratici: l’assemblea dei lavoratori di fatto non è stata mai presa in considerazione;
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è minore nel rapporto unitario tra organizzazioni nel confronto con la controparte aziendale.
Pensiamo che le lavoratrici e i lavoratori di Benevento si meritano maggior rispetto, senza essere imboniti attraverso la paura sul loro futuro, salvataggi coraggiosi e la propaganda di grandi conquiste sindacali dell’accordo in essere.
Altrove, il percorso negoziale è stato profondamente diverso.
Ecco perché abbiamo scritto “forti con i deboli e deboli con i forti”!
In ultimo, tutti gli accordi devono avere l’approvazione dei lavoratori interessati, almeno come dato politico, e ciò è stato volutamente negato. Anche questo un caso?”