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PD Benevento, Giovanni De Lorenzo nuovo segretario cittadino tra le polemiche
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Giovanni De Lorenzo è il nuovo segretario cittadino del Partito democratico alla cui elezione presso l’Hotel President oggi sono stati chiamati in prima e seconda convocazione i 1200 iscritti.
Ma i presenti in sala erano veramente pochissimi: elemento quest’ultimo che è stato definito da Raffaele Del Vecchio in primis “il problema fondamentale del partito che nel corso degli ultimi anni – ha evidenziato – è andato avanti per rappresentanza finta di componenti diverse senza collante.”
La candidatura di De Lorenzo, peraltro unica, è giunta alle 15.12 di oggi pomeriggio dovrebbe essere una risposta alla fase critica del partito a Benevento e una momentanea soluzione al paventato rischio di commissariamento dopo le dimissioni dell’ex segretario cittadino Palladino e del presidente di circolo Nazzareno Lanni seguite alla sconfitta amministrativa.
Dunque, una sopravvivenza in vista del congresso del prossimo anno.
Le operazioni di voto sono state precedute da diversi interventi che si sono particolarmente incentrati sulle modalità di convocazione dell’assemblea e sul perché della sconfitta elettorale.
Tra gli intervenuti anche Giovanni Zarro, l’unico a invitare “a non piangersi addosso ma a darsi da fare per ripristinare il dialogo con la città attraverso l’attuazione da parte di Del Vecchio in Consiglio comunale del programma dei 100 giorni presentato durante la campagna elettorale e l’elaborazione di un programma di mandato del partito.”
Per il resto pioggia di contestazioni e di invocazioni al confronto con gli iscritti e con la città: a partire da Lanni che, non tenendo conto delle integrazioni regolamentari del 2013 e del 2015 allo statuto regionale del partito, ha contestato la procedura di convocazione dell’assemblea odierna, ritenuta non legittima e quindi da annullare.
Di arroccamento e di autoreferenzialità ha parlato Fausto Pepe che ha definito “imbarazzante tutta tutta la procedura per raggiungere l’elezione del segretario cittadino a tutti costi e azzardata la candidatura di De Lorenzo di cui non si conoscono intenzioni e linee politiche”. “Tutto questo – ha detto Pepe – crea ancora più distanza”.
Dialogo e apertura al confronto hanno invocato ancora Lanni e Miceli, che peraltro ha presentato un documento sottoscritto da Palmieri, Ionico, Tanga, Pepiciello, Nardone junior e Canelli, definendo “l’assemblea di oggi una scena di Napoli milionaria” e annunciando che i sottoscrittori del documento si astengono dal voto sul segretario cittadino.
Di cambiamento del Pd e di formazione di una nuova classe dirigente hanno discusso invece Lepore, Pagliuca e Del Vecchio. Quest’ultimo, soffermandosi anche sull’analisi della sconfitta elettorale dovuta secondo lui “dall’aver assemblato componenti senza equilibro e collante e dal fatto che molti elettori del Pd sono andati verso il M5s, ha detto di voler favorire il rinnovamento generazionale del partito e delle sue politiche identitarie e di contestare l’astensione dal voto sul segretario: “Questa è l’unica cosa – ha detto – da non fare in questa fase di ricostruzione del partito, aggiungendo anche che bisogna chiedersi per quale motivo non c’è stata un’altra candidatura.”