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Consorzi Rifiuti, Mancini: Mastella passi dalle promesse ai problemi reali

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“La campagna elettorale è finalmente finita, e lei ha “conquistato“ la nostra città. La nostra Benevento è una città dolente, con tanti e gravissimi problemi. Creati, negli anni, da un particolare modo di amministrarla. Non meritava anche la vergogna di una competizione tanto volgare e immorale. Le ha sparate talmente grosse da creare tanta ilarità tra quei cittadini affrancati dai sotterfugi politici, dialettici e non. Benevento non è Macondo. I giochi illusionistici lasciamoli nel famoso romanzo, anche se, effettivamente, per la nostra città Cent’anni di solitudine è un concetto molto appropriato”. Così in una nota Pierino Mancini, che da anni porta avanti la battaglia dei lavoratori ex Consorzi.
“A chiacchiere – aggiunge – si è detto capace di dare una risposta a tutti i problemi. Di portare serenità in ogni famiglia. Di lenire dolori di ogni sorta.
La sfido, per questo, a dare una risposta al problema che hanno i poveri dipendenti del Consorzio Bn1 che, da ben sei anni, sono costretti a vivere senza stipendio, tra stenti quotidiani, economici e morali.
Ad onorare una sentenza della magistratura del lavoro che, finalmente, ha riconosciuto un diritto calpestato dalla passata amministrazione.
Il Comune – spiega nella nota – deve al Consorzio Bn1 900mila euro. Un vecchio debito non riconosciuto ma legittimato da una giusta sentenza del tribunale.
Le chiedo il pagamento di questo debito, in modo che il Commissario liquidatore possa distribuire queste risorse vitali ai dipendenti. Sarebbe come la manna caduta dal cielo.
Voglio proprio vedere se, e in quanto tempo, riesce a risolvere questo problemino. Tanto facile, quanto elementare. Nella prima giunta, visto la gravità dell’emergenza economica in cui versano tante famiglie, le chiedo di inserire il pagamento di questo debito, calcolando anche gli interessi, naturalmente. Vediamo – conclude Mancini – se è capace, non a chiacchiere, di dare questa semplice, ma importante, risposta a tante famiglie in ansiosa attesa. E’ nel suo interesse. L’immagine pubblica lo impone: se non è capace di dare una risposta immediata ad un problema tanto semplice, figuriamoci per quelli più complessi”.