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Comunali, Sguera (M5s) interviene su ambiente e rigenerazione urbana

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“In occasione della Giornata della Terra, il 22 aprile, il MoVimento 5 Stelle di Benevento ha presentato i cinque punti fondamentali del Programma relativi all’ambiente e al territorio. Lo abbiamo fatto simbolicamente davanti all’unico vero polmone verde della nostra città, la Villa Comunale. Quei punti (la riduzione delle polveri sottili, la messa in sicurezza del territorio, stop al grande depuratore a S. Angelo a Piesco, l’acqua pubblica e i rifiuti come risorsa in direzione dello “zero waste”) sono dentro un orizzonte molto ampio, di cui nessun altro soggetto in campo per le elezioni amministrative è dotato”. A scriverlo è Nicola Sguera, candidato al Consiglio Comunale di Benevento per il M5s.
“La fine delle ideologie, infatti, non coincide con la fine delle grandi idealità, che illuminano la proposta programmatica del M5S su scala locale, rinvenibile, nelle sue linee guida, nella Carta di Firenze dell’8 marzo 2009.
La sfida che ci attende, su scala locale e nazionale, – aggiunge Sguera – è quella di coniugare estremo realismo e slancio utopico. È doveroso rispondere alle urgenze del presente, soprattutto in realtà come quella beneventane condotte dalla cattiva amministrazione sull’orlo di un nuovo dissesto, ma bisogna anche avere il coraggio di immaginare un’altra città possibile. Se rileggiamo, ad esempio, il Piano di Mandato 2011-2016 dell’Amministrazione Pepe-Del Vecchio scopriamo quanto abissale sia la distanza fra quanto promesso e quanto non dico mantenuto ma almeno tentato. È inevitabile che un ceto politico “professionale”, il cui unico scopo è perpetuare con qualunque mezzo la propria sopravvivenza politica, modificando dall’oggi al domani parole d’ordine e schieramenti, non sia in grado di tradurre in buone pratiche quanto scritto su programmi che servono solo come specchietto per le allodole.
La nostra campagna elettorale – continua il grillino – è, invece, tutta centrata sulla proposta programmatica, all’interno di un grande paradigma di riferimento, le cui parole chiave, nel caso dell’ambiente e del territorio, possono essere considerate decrescita e “rigenerazione urbana”.
La decrescita, che ha per padri nobili intellettuali del rango di Ivan Illich, è stata organicamente illustrata da Serge Latouche, ospite in città due anni orsono, e in Italia da Maurizio Pallante. L’equivoco in cui cadono molti è ritenere la decrescita una forma di neoluddismo antitecnologico o una forma di pauperismo ascetico. Si potrà obiettare che siamo di fronte ad un’ideologia elitaria, che, soprattutto in una realtà economicamente depressa come Benevento, rischia di far danni. Allora inseguiremo ancora il mito della crescita, anche su scala locale? La piattaforma logistica che è stato il mantra dell’Amministrazione Pepe? Declinare la decrescita a Benevento significa anche, capendo a fondo la storia di questa città, individuarne la reale vocazione e fare della macchina comunale uno dei tasselli di una rinascita economica che non devasti il territorio. E tutto questo deve accadere valorizzando le intelligenze e le competenze presenti in città, in particolare nell’Università del Sannio, che sulla questione energetica può dare contributi decisivi.
Una città decrescente – spiega Sguera – è anche una città che tutela il bene più prezioso, l’aria, per i propri figli, con un intelligente integrazione di mezzi di trasporto diversi. Benevento “città di transizione” è in questo momento un’utopia. La totale autonomia dalle fonti energetiche fossili potrà essere il progetto di città per coloro che verranno, ma è nostro dovere iniziare a pronunziarle certe parole con il coraggio visionario che ci è stato mostrato da Gianroberto Casaleggio.
L’altra parola chiave che soggiace alla nostra proposta è “rigenerazione urbana”. Benevento è ricca di immobili (molti di proprietà del Comune e non censiti) in disuso. Non c’è bisogno di costruire: c’è bisogno, appunto, di “rigenerare”. È necessario, quindi, avviare un cambiamento di rotta nella programmazione dell’uso del territorio e, alla incontrollata e disordinata espansione dei centri abitati, spesso determinata soltanto da interessi economici che si identificavano nella mera speculazione fondiaria, si deve sostituire una nuova idea di sviluppo della città, basata, non più sull’espansione ad ogni costo, bensì sul recupero dell’esistente.
In questo modo, peraltro, si evita di sottrarre ulteriori territori all’agricoltura e si rivalutano i centri antichi ricchi di storia, cultura e tradizioni. Nel contempo si innalza il livello della qualità della vita e, aspetto non trascurabile, con notevoli ritorni economici sia diretti, individuabili nello sfruttamento delle ricchezze storiche e architettoniche, che indiretti, evitando ulteriori incrementi dei costi di realizzazione e di gestione dei servizi e delle infrastrutture. Naturalmente, preservando le zone agricole da nuovi processi di urbanizzazione, verrà conseguentemente potenziata l’attività agricola considerata l’attività produttiva “primaria”.
Lo sviluppo di Benevento oggi – conclude Sguera – dipende dalla capacità di reinventare l’uso degli spazi, risolvendo in questo modo non solo il problema abitativo di famiglie in difficoltà, senza consumare ulteriormente suolo per beneficiare gli amici degli amici (si dimentica troppo spesso che è in corso il processo “Mani sulla città”), ma anche creando spazi di creatività condivisa.
La rivoluzione del M5S sarà “gentile” anche con la terra, con l’aria, con l’acqua e le pietre di questa città”.