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Ictus, al “Rummo” arriva il percorso riabilitativo unico integrato
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Vita più facile per le persone che hanno subito un ictus: è quanto avverrà grazie al percorso riabilitativo unico integrato che l’ospedale “Rummo” di Benevento ha attivato su deliberazione del commissario straordinario Giampiero Berruti recependo in pieno le linee guida della Regione Campania.
In pratica i pazienti colpiti da ictus, che però non abbiano una lesione cerebrale grave per i quali è previsto, invece, un percorso specifico, potranno nell’immediato essere presi in carico dall’azienda ospedaliera e ricevere un percorso individuale per la riabilitazione all’interno della stessa struttura.
Dopo una tempestiva consulenza fisiatrica da elaborare in fase di ricovero, l’unità operativa che ha in cura il paziente provvederà entro 48 ore alla presa in carico riabilitativa della persona.
E’ stato dimostrato che tanto più è tempestiva la presa in carico fin nella fase di acuzie, tanto più valido può essere il risultato raggiungibile in termini di recupero e di prevenzione di ulteriori danni.
Grazie alla costituzione di un team di esperti e specialisti composto da un medico specialista in riabilitazione, da un fisiatra fisioterapista, infermiere, logopedista, psicologo, assistente sociale e coordinato dal responsabile della UOSD di Medicina Riabilitativa, il paziente sarà assistito con continuità e in maniera tempestiva.
In questo modo si ridurranno i tempi che intercorrono normalmente tra diagnosi, prognosi e cura, si annulleranno i vuoti tra una prestazione sanitaria e l’altra e soprattutto si riducono i rischi per il paziente.
Se infatti l’ictus costituisce la seconda causa di morte nel mondo, la velocità e l’appropriatezza del percorso riabilitativo con cui si agisce sul paziente e la definizione del relativo progetto di cura nella fase acuta rappresentano gli strumenti per ridurre al minimo i rischi di mortalità legati a questa patologia neurologica e d’altro canto i disagi sociali legati alle disabilità psico-fisiche e cognitive che ne possono derivare.
Per questo nel team specialistico, che ha tra le altre cose il compito di verificare continuamente l’efficacia della diagnosi e quindi eventualmente modificarla in itinere a seconda delle esigenze del paziente, sarà supportato anche dalle figure dell’assistente sociale e dello psicologo che aiuteranno sia il paziente che la sua famiglia nel percorso riabilitativo e nel ritorno alla propria casa.