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Rifiuti da alluvione in contrada Olivola, residenti e Asia scrivono a Grimaldi per trovare una soluzione alternativa

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Gli abitanti di contrada Olivola, Pamparuottolo,Masseria Nuova, Roseto e il comitato di quartiere Benevento Nord est, hanno evidenziato l’insostenibilità della situazione venutasi a creare con l’utilizzo del capannone ex CCM ubicato in contrada Olivola per lo stoccaggio e la raccolta dei rifiuti provenienti dalle aree alluvionate.
Attraverso una nota inviata al sindaco, al prefetto, al questore di Benevento, al Commissario per l’emergenza alluvione, al responsabile di settore dell’Asl e Arpac Benevento, al presidente dell’Asia, i sottoscrittori del documento portano a conoscenza che “a distanza di circa quattro mesi i rifiuti ammassati sono andati in fermentazione con la conseguente emissione di sostanze gassose che invadono tutte le zone circostanti”, “il cui odore – dicono – si rileva anche a diversi chilometri di distanza quando c’è vento”.
“Questo stato di disagio – evidenziano – con l’approssimarsi della primavera e dell’estate, a causa dell’aumento delle temperature non può che aumentare fino a rendere le zone inabitabili”.
“Ci si rende conto – affermano – che lo stato di calamità ha richiesto provvedimenti di emergenza ma a distanza di tutto questo tempo è arrivato il momento di trovare una collocazione definitiva per questi rifiuti. Pertanto chiediamo un un intervento urgente per trasferire i rifiuti in una località più adeguata, per verificare la salubrità dell’aria ed effettuare un accurato sopralluogo per monitorare eventuali infiltrazioni di percolato nella vicina rete idrica. Occorre infine un accurato controllo dell’intera area perché la stessa sembra stia diventando una discarica abusiva.”
Intanto, sulla questione è intervenuto anche il presidente dell’Asia Benevento, Lucio Lonardo che, con una nota al commissario per l’emergenza alluvione, Giuseppe Grimaldi, ha precisato che, “contrariamente a quanto affermato dal commissario, i rifiuti da alluvione stoccati nel cosiddetto capannone Sannio Tiranteria in contrada Olivola sottoposto al sequestro, sono assimilabili a rifiuto urbano, come da dispositivo adottato in sede di legislazione nazionale a seguito di eventi catastrofici avvenuti in Veneto ed Emilia Romagna, decreto legge n.4 del 2812014 convertito nella legge n.5 del 2832014, art. 3 comma 5.”
Lonardo ha fatto, poi, sapere che “alla luce di questi avvenimenti, l’Asia si trova nell’impossibilità di continuare la propria attività di rimozione dei fanghi stradali e delle suppellettili distrutte nelle civili abitazioni danneggiate dall’alluvione.”
“Tra l’altro – ha spiegato Lonardo, rivolgendosi al commissario Grimaldi – non abbiamo titolo a chiedere il dissequestro dell’area in quanto non ne siamo gestori, come attesta la nostra iscrizione all’albo gestori per categorie diverse e soprattutto, atteso che è stata a noi affidata la custodia del sito nella persona del responsabile tecnico, è pregato di provvedere per tempo alla copertura finanziaria da riconoscere all’azienda custode per la messa in sicurezza del sito e questo per i seguenti motivi:
a) L’ASIA aveva adempimenti di competenza solo per il conferimento e per garantire l’accesso al sito;
b) L’azienda è stata la più duramente colpita dagli eventi alluvionali con milioni di euro di danni per cui non abbiamo copertura finanziaria;
c) Il corrispettivo aziendale è interamente versato dalla TARI a carico dei cittadini per attività di raccolta e spazzamento per cui tali somme non possono, a parere dello scrivente, essere distratte per la tutela del territorio;
d) Lo stabile, costruito ai sensi della legge 480, individuato come sito, è sotto la tutela di un curatore fallimentare che ha incaricato il Comune di procedere all’asta per cui andremmo a gratificare una proprietà privata che con le migliorie riceverebbe un indebito arricchimento per la proprietà.”
“Senza contare che, eventuali lavori specifici e attinenti alla funzione di stoccaggio di rifiuti, tra l’altro non possibili più già dal primo giorno per la presenza di decine di tonnellate di rifiuto, renderebbero il bene non più alienabile secondo lo schema preliminare di bando e magari con l’aria che tira contro l’ASIA ci avrebbero accusato pure di turbativa d’asta, in quanto saremmo stati gli unici ad avere interesse ad una simile tipologia di acquisto!
“Dopo 5 mesi – ha precisato Lonardo – non possiamo dare più la nostra disponibilità, data in un particolare periodo emergenziale, a proseguire la nostra attività di supporto alle popolazioni alluvionali e questo sia perché i mezzi andati distrutti non sono stati ancora sostituiti in quanto nulla è sin qui emerso dalle schede da tempo consegnate al suo ufficio sia per non continuare ad essere coinvolti in vicende dal risvolto penale che francamente non ci competono.”
“La nostra situazione – ha aggiunto Lonardo – non è seconda per gravità alla zona ASI e agli altri Comuni alluvionati del 15102015 per cui è impellente, per il proseguimento di qualsiasi attività inerente alla raccolta di materiale alluvionato procedere alla individuazione di uno stoccaggio in sicurezza e di un rapido avvio a smaltimento in impianti autorizzati sicuramente non presenti sul territorio provinciale.”
Lonardo ha poi invitato il commissario “a riconsiderare l’ipotesi di Piano Borea dove sono presenti due vasche impermeabili per stoccaggio dei rifiuti abbastanza capienti per la bisogna.”