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Fortore

San Giorgio la Molara, la Passione Vivente rivive nelle strade del centro storico il 28 e 29 marzo

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Anche quest’anno si rinnova l’appuntamento con la Passione Vivente nella caratteristica e suggestiva San Giorgio la Molara, cuore del Fortore. Due le date: 28 e 29 marzo con inizio alle 20:30 da piazza Sant’Antonio.

Il Dramma Sacro della Passione di Cristo è divenuto ormai evento atteso e sentito dalla comunità fortorina tutta, richiamando una moltitudine di visitatori, affascinati dall’atmosfera fortemente evocativa e dalla solennità della rappresentazione, nel comune arroccato sulla cima della montagna.

La manifestazione, giunta alla IX edizione, suscita fermento ed entusiasmo nell’intera collettività sangiorgese. In questi giorni, infatti, le stradine del centro storico pullulano di decine di volontari, attori, scenografi, comparse e collaboratori, giovani e meno giovani, i quali si impegnano con dedizione e sacrificio nella realizzazione di maestose scenografie, per le quali sono utilizzati materiali di scarto riciclati, e si cimentano con pazienza e divertimento nell’inedito ruolo di attori.

Sono circa 300 i volontari che ogni anno, in occasione di questo evento, dedicano tempo e passione alla buona riuscita della iniziativa, ormai divenuta luogo metaforico di incontro per tante persone e significante momento di socializzazione.

Oltre che per i volontari, la Passione Vivente si rivelerà in primis un viaggio emotivo ed emozionale per il pubblico, che si sentirà inevitabilmente e profondamente coinvolto nel Dramma di Cristo, vivendone empaticamente il dolore e la sofferenza.

LA RAPPRESENTAZIONE – Lo spettatore sarà al fianco del Messia quando incontrerà al pozzo la Samaritana e leggerà nel profondo del suo cuore. Ascolterà le parole commosse che gli rivolgerà il Centurione, grato per la miracolosa guarigione di suo figlio. Accoglierà con gioia il suo ingresso in Gerusalemme e, poi, siederà con i dodici apostoli nel Cenacolo.

Prenderà il catino d’acqua e, con Gesù, si chinerà a lavare loro i piedi. Nell’Orto degli Ulivi, la Preghiera del Messia al Padre sarà la sua preghiera. Il bacio di Giuda poggerà anche sulla sua guancia. Attonito, assisterà al suo arresto. Sentirà le corde dei soldati cingergli i polsi. Sofferente, percorrerà al fianco di Gesù il cammino che lo condurrà al Sinedrio.

Intanto, intorno, lungo le stradine del centro storico, si susseguiranno normali scene di vita quotidiana. Il fabbro percuote il ferro sull’incudine. Il falegname intaglia il legno. Dal mercato si levano, stridule, le voci dei venditori. In lontananza riecheggia, dolce, la cantilena intonata dai bambini della Scuola Rabbinica. “Shemà Israel, Shemà Israel”.

Giungerà, dunque, al cospetto dei Sommi Sacerdoti e al fianco del Messia assisterà al duro dibattito che porterà alla Sua condanna. Le accuse dei sacerdoti scuoteranno il suo cuore. Le percosse dei bastoni colpiranno anche la sua schiena. Di lì, poi, accompagnerà Gesù dinanzi all’imponente Palazzo di Ponzio Pilato per la condanna definitiva. Come il Procuratore, se ne laverà le mani. Durante la flagellazione, lo schiocco della frusta risuonerà nelle sue orecchie e proverà patimento per le ferite della carne lacerata.

Lo spettatore si unirà poi alla folla e chiederà a gran voce la liberazione di Barabba. Si caricherà della Croce e accompagnerà Gesù, sfinito e sofferente, nel percorrere la straziante Via del Calvario. Commosso, incrocerà lo sguardo della Madre. Giungerà esanime sul Golgota, luogo della crocifissione.

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