CULTURA
Intercultura, due giovanissimi beneventani vincono la borsa di studio per Thailandia e Brasile
Ascolta la lettura dell'articolo
Costruire il dialogo attraverso gli scambi scolastici tra i vari Paesi. E’ questo l’obiettivo principale della Onlus Intercultura, un’organizzazione gestita e amministrata da migliaia di volontari, che hanno scelto di operare nel settore educativo e scolastico, per sensibilizzarlo alla dimensione internazionale.
Due giovanissimi sanniti, Simone Zagarese e Sara Carofiglio, sono i vincitori di due borse di studio intercultura per un’esperienza importante in Thailandia e Brasile. Ntr24 ha raccolto le loro emozioni e testimonianze.
Testimonianza di Simone Zagarese
Borsista Intercultura Vincitore Programma Semestrale Thailandia 2014/2015
“Quando decisi di partecipare alle selezioni di AFS intercultura mai avrei immaginato di arrivare fino alla fine e soprattutto di vincere! Dicono che tutto arriva… ed è vero e la vita è una ruota che gira, sempre! Le selezioni di Intercultura (tenutesi il 22 ed il 23 di novembre 2013) all’inizio mi facevano paura.
Ero consapevole che oltre a me avrebbero partecipato altri cinquemila ragazzi in tutta Italia ed ero partito con tanta grinta e allo stesso tempo con tanto pessimismo. Ero convinto di non farcela. Le selezioni di AFS mi hanno permesso di entrare in un mondo dove i giovani possono concretamente progettare il loro futuro e realizzare i loro sogni. Mi hanno permesso di capire che non è importante il paese o il periodo in cui parti, bensì il viaggio, l’esperienza, l’opportunità di scoprire nuove culture totalmente diverse dalle nostre!
Alla fine delle selezioni e consegnato il fascicolo completo di lista dei posti nei quali avrei voluto cominciare una nuova avventura non mi rimaneva che aspettare. Ed intanto passavano i giorni, le ore, i pomeriggi davanti un computer ad aspettare risposte, segnali..insomma qualsiasi cosa che mi permettesse di tenere ancora una piccola speranza accesa! Oggi (13 febbraio 2014) la risposta è arrivata.
Vi confesso che non avevo proprio voglia di leggere il responso, di avere ancora una volta quel vuoto nello stomaco, di essere deluso ancora per aver provato a raggiungere l’irraggiungibile. Il cuore mi batteva a mille, gli occhi non volevano aprirsi e le gambe erano paralizzate.
Tutto si era bloccato nell’accelerazione vertiginosa e nell’interruzione totale del tempo. Esistevamo soltanto io e quella mail che avrebbe potuto cambiare la mia vita per sempre. Quando l’ho aperta sono scoppiato a piangere: non ci volevo credere! Io, una persona come tutte le altre che vince l’unica borsa di studio per la Tailandia messa a disposizione da Intercultura?
Era troppo bello per essere vero! Figuratevi che la Tailandia era la mia ultima scelta tra i paesi in cui sarei voluto andare! Ed ora che mi ritrovo a scrivere queste parole posso finalmente capire quanto
sono fortunato!
A volte noi giovani non ce ne rendiamo conto, ma siamo viziati, chiediamo l’impossibile ai nostri genitori e lo pretendiamo subito. Vincere una borsa di studio è coronare un sogno, perché la mia vita cambierà radicalmente e potrò sperimentare con mano cosa significa “vivere” un’altra cultura ed avere usanze diverse dalle mie. Per ora voglio solo pensare a me, essere felice e godere a pieno di questa esperienza che comincerà a Luglio e durerà sei mesi.
Ci tenevo a ringraziare AFS intercultura Benevento ed un grazie speciale ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto e senza i quali io non sarei arrivato fin qui. Ora sì, sono pronto e, semmai dovessi aver paura mi basterà gridare forte: “La fine e l’inizio, la partenza e l’arrivo sono solo istanti e momenti del viaggio. Fare un buon viaggio è ciò che conta di più. Per questo, buon viaggio a tutti.”
Testimonianza di Sara Carofiglio
Borsista Intercultura Vincitrice Programma Semestrale Brasile 2014/2015
“Da cosa inizia tutto? Beh, sicuramente non dai racconti di chi ha già partecipato ai programmi Intercultura o dal bando di concorso trovato per caso su Internet. Inizia tutto molto prima, da qualcosa di più profondo, da quella sensazione strana che ogni mattina, quando mi sveglio, mi si muove nella pancia, è la consapevolezza che il mondo in cui vivo non si riduce alla mia città, alle vacanze al mare, alle gite con la scuola, alle canzoni in lingua straniera che passano per radio o ai film e ai libri che raccontano di posti lontani.
Il mondo è molto più grande di come appare a chi non ha sogni. Ecco, i sogni, è proprio da qui che parte tutto. Perché c’è ancora qualcuno che ci crede, che si alza dalla poltrona e decide di dare un tocco frizzante alla propria vita. I sogni danno la consapevolezza di essere speciale, danno lo slancio per volare e arrivare dove si vuole. Io, forse tra i pochi rimasti, sono una sognatrice; non nego che di delusioni ne ho avute molte anche io e probabilmente sarebbe stato più semplice starmene a casa a guardare la TV e vedere la mia adolescenza andare via così.
Ma perché? Sarei solo una dei tanti, non avrei nulla da raccontare, da
ricordare… Io ho creduto in me, nelle mie aspirazioni, nella possibilità di andare lontano e in un tranquillo giorno di scuola, di quelli monotoni, un po’ nuvolosi, normali, è arrivata un’e-mail a stravolgere i miei giorni futuri. Davanti allo schermo del computer non sapevo se ridere o piangere, se stessi sognando o fosse tutto vero! “status: vincitore”, l’ho letto e per qualche secondo si è fermato tutto.
Poi le urla, gli abbracci con la mia famiglia, i lacrimoni di emozione, le telefonate ad amici e parenti e l’orgoglio per la strada che sto percorrendo. Quando ho deciso di partecipare al concorso ero piena di speranze, ma allo stesso tempo non volevo viaggiare troppo con la fantasia, c’erano centinaia di ragazzi in Italia che come me volevano superare le selezioni.
Durante i primi incontri con i volontari del centro locale eravamo tutti pieni di entusiasmo, che ha iniziato a dissolversi al momento della compilazione del fascicolo: ci avrebbero selezionati in base a tantissime cose, dal reddito familiare alla media scolastica, dallo stato di salute al modo di rapportarci con gli altri e nella testa mi ronzava sempre la stessa domanda “perché dovrebbero scegliere proprio me?”.
Il giorno della consegna del fascicolo, dopo aver salutato i volontari, mi resi conto di quanto sarebbe stata lunga l’attesa prima di ricevere i risultati, ma è successo tutto così in fretta tra progetti e fantasie, che due mesi sono volati e la notizia tanto attesa è arrivata prima di quanto immaginassi. Il 19 febbraio ho ricevuto la risposta a quella domanda che mi aveva tormentata: “si, hanno scelto proprio me” e ancora non posso crederci!
Ora nella mia stanza c’è la bandiera del Brasile appesa di fronte al letto, così svegliandomi potrò rendermi conto che tutto questo non è solo un sogno. Non smetterò mai di ringraziare la mia famiglia che mi da sempre la possibilità di realizzarmi, i miei amici che ci hanno creduto con me e i volontari che hanno placato ogni mia paura.
E forse posso ringraziare anche me stessa per essere quella che sono. Il mio viaggio inizia già da qui!”.