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Paduli: trasferimento uffici comunali, il consigliere Ranaldo: “Assenza completa di programmazione e di cura del bene pubblico”

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“In data 5 marzo 2014 è stata pubblicata la delibera di Giunta Comunale n° 22 del 17 febbraio 2014, avente ad oggetto il trasferimento temporaneo degli uffici comunali dall’attuale edificio a quello adibito a scuola elementare, sito in viale Libertà. Dal testo della sopra citata delibera non risulta chiara la motivazione del trasferimento dei suddetti uffici, non si evince, infatti, a quale uso sarà destinato il “Palazzo Ducale”, attuale sede degli uffici comunali, come del resto non sono chiari i costi di tale spostamento”.

A riferirlo in una nota alla stampa è il consigliere di minoranza al Comune di Paduli, Nicola Ranaldo.

Inoltre, sempre nello stesso testo, – aggiunge Ranaldo – si dichiara che il trasferimento è solo “temporaneo” e che l’ex edificio scolastico, futura sede degli Uffici comunali, risulta “parzialmente” idoneo a garantire il suo utilizzo. Alla luce di tali premesse il sottoscritto, in data 11 Marzo 2014, ha presentato una interrogazione al Sindaco del comune di Paduli, finalizzata ad ottenere chiarimenti in merito ai seguenti punti: la necessità e quindi l’opportunità di tale trasferimento; il nuovo assetto logistico di cui il Comune ha esigenza al fine di garantire una migliore razionalizzazione delle risorse; quale sarà l’uso del “Palazzo Ducale” a seguito del trasferimento di tutti gli uffici comunali; il chiarimento del termine “temporaneo”: cosa si intende un giorno, un mese, un anno, più anni; i costi per il conseguente trasloco.

Nella stessa nota, si è altresì, chiesto se i locali nei quali saranno trasferiti gli uffici comunali sono dotati di idonea impiantistica (rete elettrica, rete telefonica, internet, ecc.) adatta ad un efficiente funzionamento degli uffici comunali; e se così non fosse, quale è l’ammontare dei costi di adeguamento dei locali per un funzionale uso. E ancora, quale parte dell’edificio scolastico risulta “parzialmente” idoneo a garantire il suo utilizzo e in base a quale verifica una parte di esso risulta idonea e l’altra no.

Personalmente – sottolinea Ranaldo – potrei anche essere d’accordo sul trasferimento degli uffici comunali dal “Palazzo Ducale” ai locali siti in viale Libertà, ma solo se ciò rientrasse in un progetto di sviluppo del paese e se di ciò si fosse disquisito anche con le parti sociali.

Non ho remore a dichiarare che lo spostamento definitivo della scuola elementare dall’edificio di viale Libertà a quello di via R. Ranaldo, nonché, il trasferimento degli Uffici comunali dal “Palazzo Ducale” allo stabile di viale Libertà, ed infine, l’utilizzo del palazzo Ducale e della villa comunale per organizzare eventi e matrimoni, vadano a modificare profondamente l’assetto strategico ed economico dell’intero centro del paese. Queste sono questioni che impattando sull’interesse dell’intera comunità padulese e quindi vanno discusse in primo luogo in un’adunanza del Consiglio comunale, e in secondo luogo, con gli esercenti delle attività commerciali ubicate nella zona interessata e non da ultimo, con l’intera comunità, attraverso un Referendum, strumento questo, tantissime volte ostentato dal Sindaco durante la campagna elettorale ma fino ad ora mai utilizzato.

Tale modo di agire da parte dell’amministrazione comunale – conclude il consigliere – denota un’assenza completa di programmazione, di cura del bene pubblico e non fa altro che rafforzare la convinzione che le attività pubbliche sono svolte in base a sensazioni e umori e, quindi, in assenza di una adeguata programmazione pubblica che tenga conto delle reali esigenze della comunità.

Sicuramente molte decisioni non sono state né concordate e tanto meno condivise all’intero dello stesso gruppo di maggioranza, basta, infatti, riflettere sugli ultimi comportamenti da parte di alcuni consiglieri di maggioranza che, periodicamente, appaiono e poi all’improvviso scompaiono senza motivazione ufficiali; comportamenti questi, che in maniera inequivocabile denotano dissapori all’interno del gruppo”.

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