POLITICA
Oggi conferenza di Mezzogiorno Nazionale. Viespoli: “Il Sud rimosso dal dibattito pubblico per colpa di Pdl e Pd”

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“Il Sud è stato rimosso dal dibattito e dalle politiche pubbliche per responsabilità dei due grandi partiti, Pd e PdL, incapaci di visione e rappresentanza nazionale”. E’ quanto dichiarato da Pasquale Viespoli e Mario Landolfi nel corso della conferenza stampa di Mezzogiorno Nazionale, tenutasi oggi a Napoli .
“Gli squilibri e i divari sia territoriali che generazionali e di genere sono aumentati: il Mezzogiorno, i giovani e le donne sono sempre più esclusi e marginali”- continua la nota di Mezzogiorno Nazionale. “I dati sull’istruzione come quelli sull’occupazione e sullo sviluppo evidenziano una condizione allarmante. Al Sud emerge perfino la questione demografica”.
“Il Mezzogiorno – prosegue la nota – perde energia, forza, vitalità ed intelligenza, perde il futuro. Il Sud rischia di diventare l’epicentro del sisma che può scuotere pericolosamente la coesione sociale e nazionale”. “La Grande Crisi – sostengono Viespoli e Landolfi – fa riaffiorare la suggestione mitteleuropea e scenari di rottura dello Stato nazionale. Il Sud deve recuperare nuova centralità in una visione unitaria, perché senza il Sud non c’è l’Italia. Il dibattito sulle riforme, in particolare la riforma della riforma del Titolo V, può e deve diventare l’occasione per far crescere questa consapevolezza.
Ancora oggi, a distanza di oltre un decennio, è noto a pochi che uno degli effetti perversi del nuovo Titolo V è stata la cancellazione del Mezzogiorno dall’articolo 119 della Costituzione repubblicana. Il Mezzogiorno è stato prima cancellato costituzionalmente, poi marginalizzato politicamente, anche perché la riforma ha depotenziato lo Stato nazionale, attraverso l’articolo 114, espressione di una surreale visione orizzontale delle istituzioni”.
“E’ indispensabile ripartire dalla Costituzione – concludono Viespoli e Landolfi – e, dunque, riportare il Mezzogiorno in Costituzione. E’ l’obiettivo che ci proponiamo di stimolare attraverso la mobilitazione politica e popolare”.