CRONACA
Non stava pittando la casa del fratello, ma lavorando ad un’attività commerciale: denunciata la committente

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La Squadra Mobile della Questura di Benevento, diretta dal Vice Questore Aggiunto Giovanna Salerno, a seguito di fitte indagini, ha fatto luce sull’incidente, accaduto lo scorso 16 gennaio, a Chianche, alla frazione San Pietro, che ha visto coinvolto un giovane operaio , P.C., nato nel 1976, ricoverato d’urgenza presso l’Ospedale Rummo, per emorragia cerebrale post trauma, e dove si trova ancora attualmente ricoverato in prognosi riservata.
Confutata la prima versione fornita dai testimoni , secondo i quali il giovane era accidentalmente caduto da uno scaletto, battendo violentemente la testa, nel mentre era impegnato, con un pennello, a passare un impregnante sul portico dell’abitazione del fratello. Ma i rilievi effettuati sul luogo dell’infortunio, avevano aperto alcuni dubbi, sui quali la polizia aveva iniziato ad indagare ed era stato sequestrato uno scaletto, indicato come quello utilizzato dal giovane.
Ieri 17 gennaio, la svolta. La Squadra Mobile ha risentito i testi ed ha effettuato nuovi accertamenti e sopralluoghi. La reale dinamica dell’incidente, a seguito delle indagini, è risultata completamente diversa : il giovane era caduto mentre era impegnato, insieme ad un altro operaio, nella realizzazione di un porticato di legno, in una abitazione ed in circostanze completamente diverse da quelle indicate dai testi. Detto porticato, quasi del tutto terminato, era la copertura all’accesso di una attività commerciale sita sulla strada Provinciale Sant’Angelo a Cupolo- Montorsi.
Il giovane, dunque, era scivolato proprio mentre si trovava sulla sommità del porticato, da una altezza complessiva di 2 metri e mezzo dal suolo. La scientifica, inviata sul posto, ha rinvenuto alcune tracce di presunta sostanza ematica ed ha trovato una impronta di mano sul suolo, sporca di impregnante per legno.
Chiarita l’esatta dinamica, la Squadra Mobile ha provveduto ad indagare la committente dei lavori, C.M.G., classe 1970, per omissione colposa di cautele e difese contro gli infortuni sul lavoro e per lesioni colpose gravissime. I due testimoni che avevano inizialmente fornito una versione non rispondente al vero, I.G., classe 1962, operaio impegnato col giovane nei lavori, e P.P., classe 1979, sono stati denunciati in stato di libertà per favoreggiamento personale nei confronti della committente. Sul posto per ulteriori rilievi e per la contestazione delle violazioni amministrative è intervenuto anche personale della Locale A.S.L..