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Salute

Celiachia: conclusa la 3a edizione del progetto “Bye Bye Glutine”

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Con più di 50 giovani studenti e la presenza di esperti, tra i quali Maria Triassi Direttore Dipartimento di Sanità Pubblica Università Federico II di Napoli; Mario Delfino, Consigliere Segretario dell’Ordine dei Medici; Angela Orabona Ufficio Scolastico Regionale per la Campania e Antonio Rispo, Responsabile Centro di Coordinamento regionale Celiachia dell’adulto AOU Federico II si è conclusa oggi la 3a edizione di “Bye Bye Glutine”, percorso iniziato nel 2011 con il preciso scopo di spiegare ai più piccoli i problemi derivanti dalla celiachia e come comportarsi ove mai venisse accertata.
In particolare l’iniziativa ha affrontato il tema della prevenzione con modalità di approccio moderne e interattive coinvolgendo gli studenti in attività di lettura e approfondimento, con giochi multimediali sulla celiachia e sull’alimentazione, tramite incontri con esperti del settore e attraverso un concorso di idee per la realizzazione di uno spot ad hoc.

La scuola vincitrice del concorso di idee, che ha visto la realizzazione dello spot nato dallo storyboard giudicato migliore, è l’Istituto Ancel Keys di Castelnuovo Cilento (Sa).
«In due anni – ha detto la professoressa Maria Triassi – abbiamo raggiunto centinaia di ragazzi in decine di scuole di Napoli e provincia. Siamo riusciti a trasmettere loro una corretta informazione sanitaria su questa malattia e più in generale sulle intolleranze alimentari con risultati spesso sorprendenti. Abbiamo infatti riscontrato una grande differenza tra le informazioni, poche e confuse, che avevano prima e le nozioni acquisite dopo, e soprattutto ci siamo resi conto dell’interesse che i giovani hanno rispetto ai temi della salute e dell’alimentazione».
Un interesse più che legittimo visto che nella sola regione Campania i celiaci sono potenzialmente circa 58mila, ma quelli diagnosticati sono solo l’un sesto non essendoci ad oggi adeguati programmi di screening. Ecco allora l’importanza di una campagna informativa che aiuti a riconoscere i sintomi della celiachia e quindi a diagnosticarla tempestivamente.

Proprio sulla scorta di questa considerazione è nato il progetto “Bye Bye Glutine”, promosso dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università Federico II di Napoli, finanziato dal Settore Farmaceutico dell’Assessorato alla Sanità della Regione Campania e realizzato anche in collaborazione con la casa editrice “L’Isola dei ragazzi”.

«La celiachia – chiarisce Mario Delfino, dermatologo e Consigliere, Segretario dell’Ordine dei Medici – è un problema per moltissime persone. Alcune volte è possibile accorgersi di questa malattia a partire da segnali ben precisi a livello di epidermide. Si tratta di campanelli d’allarme che non dovrebbero mai essere ignorati e che anzi devono essere valutati da esperti. In questo senso l’alimentazione gioca un ruolo determinante. Noi siamo gli “inventori” della dieta Mediterranea eppure molto spesso ci lasciamo andare ad abitudini alimentari poco sane che nulla hanno a che vedere con la nostra cultura».
Non a caso, in occasione dell’iniziativa è stato distribuito gratuitamente il libro “Sei storie in un boccone”, edito da L’Isola dei ragazzi: testo narrato contenente box informativi che, in maniera ironica e semplice, attraversa l’universo di coloro che sono affetti da intolleranze o disturbi alimentari. Per i più piccoli, questa malattia può avere anche conseguenze psicologiche molto rilevanti.
I ragazzini, che non sempre comprendono le cause del proprio malessere, tendono a chiudersi in sé stessi; è un po’ come se si sentissero diversi e possono assumere atteggiamenti aggressivi. L’importante in questi casi sarebbe rivolgersi immediatamente ad un esperto.
Di diagnosi ha parlato il dottor Antonio Rispo, Responsabile del Centro di Coordinamento regionale Celiachia dell’adulto AOU Federico II: «La nostra regione vanta circa il 7 per cento in più di capacità diagnostica rispetto alla media nazionale. Possiamo parlare in questo senso di una vera e propria eccellenza. Questo risultato è legato alla storica impostazione data dai centri universitari pediatrici e dell’adulto, ma anche agli sforzi dell’assessorato regionale alla sanità che nel tempo ha impostato serie campagne informative coinvolgendo i medici di medicina generale e l’utenza».

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