POLITICA
Chiude nel silenzio la Scuola Allievi Carabinieri di Benevento. E le istituzioni sono in vacanza
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Passa quasi senza far troppo clamore la notizia dell’imminente soppressione della Scuola Allievi Carabinieri di Benevento.
Ad annunciarlo una nota dell’eurodeputata sannita Erminia Mazzoni che, in seguito ad un colloquio con il Ministero della difesa guidato da Mario Mauro, spiega quali sono state le motivazioni per le quali si è deciso di chiudere la struttura.
Chiaramente questioni di natura economica sono alla base della scelta. Spending review, taglio di risorse. Insomma, la Caserma Pepicelli di viale Atlantici dopo i suoi 32 anni di onorata attività nella formazione di giovani militari chiuderà i battenti perchè costa troppo mantenerla.
Settecentottantamila euro l’anno, più le spese per la rifunzionalizzazione da un milione e 800mila euro – secondo quanto è stato detto dal Gabinetto del Ministero della difesa – sono cifre che non ci si può più permettere.
Sarà forse che siamo nella settimana di Ferragosto, e che molti, istituzioni in primis, sono in ferie ma, dal territorio, almeno fino ad ora e tranne l’onorevole Mazzoni, non si è levata alcuna voce di protesta.
Sono lontani i tempi in cui quasi un anno fa la stessa ipotesi di chiusura della Scuola poi arenatasi insieme al governo Monti scatenò una vera e propria levata di scudi.
Era infatti il 4 ottobre 2012 quando, per scongiurare la soppressione, giunsero alla Caserma del capoluogo i presidenti della Commissione Difesa della Camera, Edmondo Cirielli, e del Senato, Valerio Carrara. Un incontro – si ricorderà – voluto dall’allora senatore di Coesione Nazionale, Pasquale Viespoli.
Poi, passata la bufera del momento, il silenzio in attesa di sviluppi sulla vicenda. Ed ecco che oggi a ridosso del Ferragosto è arrivato il nuovo colpo di scure che si abbatte sulla città e su un istituto simbolo con oltre 200 unità tra allievi, marescialli, brigadieri ed appuntati dell’Arma.
“Non c’è nessun riferimento sulla futura utilizzazione della Caserma Pepicelli” dice una rammaricata Ermina Mazzoni. “La decisione – sottolinea – è già stata avallata dalle competenti commissioni parlamentari, nelle quali l’unica voce di dissenso registrata è quella dell’onorevole Cirielli.
Resta solo l’ultimo atto: l’adozione del decreto”. In attesa che qualcuno o qualcosa si muova per evitare una perdita secca per il territorio.