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CULTURA

Convitto “Giannone”: il 26 aprile al via il seminario “Elementi di filosofia del calcio”

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Venerdì 26 aprile, alle ore 18,00, nel consueto incontro mensile della Libera Scuola di Filosofia del Sannio, coorganizzato dal Convitto Nazionale “P. Giannone”, che lo ospita nella “Saletta Dante”, a Piazza Roma, – dopo il ciclo dedicato ad Ernesto De Martino tenuto da Amerigo Ciervo e quello dedicato ad Illich tenuto da Nicola Sguera – si terrà il primo di tre seminari dedicato ad Elementi di filosofia del calcio a cura di Giancristiano Desiderio, scrittore, professore e giornalista, autore di fortunati libri dedicati all’argomento, tra cui ricordiamo “Il divino pallone. Metafisica dei piedi da Platone a Totti” (Vallecchi). “Il filosofo è un giocatore”: questo il titolo del primo incontro.

«Il 26 aprile ci saranno partecipazioni straordinarie: una di Franz Beckenbauer e una di Gianluca Vialli. Il primo verrà insieme con Martin Heidegger che era un suo fan sfegatato, altro che Hitler, mentre l’ex centravanti della Samp mi farà l’onore di parlare di un mio libro ora rifuso in “Il divino pallone” che sarà un po’ l’essere e il tempo delle tre partite.

Il filo conduttore del mio lavoro di centrocampista è la traducibilità del calcio in filosofia e della filosofia in calcio o, se volete, del calcio in vita e della vita in calcio. Le regole del calcio sono le medesime della vita: controllo e abbandono. Per giocare a calcio bisogna necessariamente saper controllare la palla. Cruijff lo dice benissimo: “Il calcio è due cose: saper passare il pallone e saper controllare il passaggio che fanno a te”. Il controllo non è il fine del gioco.

La palla, una volta controllata, va abbandonata ossia giocata. Ecco perché la palla è per sua natura anti-totalitaria. La vita ha le stesse regole del calcio: controllo e abbandono. Va controllata altrimenti non si può vivere con gli altri, ma il controllo non può essere totale e fine a se stesso, altrimenti staremmo bene solo in caserma o in ospedale. Dopo il controllo c’è bisogno dell’abbandono. Ecco perché la vita, come il calcio, è anti-totalitaria».

Il pallone, dunque, oltre ad essere argomento prediletto nelle conversazioni degli italiani può divenire anche una straordinaria metafora della vita nella sua complessità. Esso può essere, dunque, interpretato con strumenti filosofici. Nello stesso tempo il calcio, con la sua mescolanza di caso e necessità, di «controllo e abbandono» può fornire preziosi elementi di comprensione della vita e della storia.

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