Titerno
Idoneità sportiva e sicurezza nei campi da gioco. Lettera aperta dell’associazione “Gli Amici del Cuore”

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del presidente dell’associazione “Gli Amici del Cuore” di Guardia Sanframondi, Carlo Labagnara, che partendo dalla recente morte di un 16enne in un campo di calcio, chiede tra l’altro alle autorità competenti una legislazione più ferrea sul rilascio di idoneità sportive e la presenza di defibrillatori sui terreni di gioco.
“E’ di questi giorni l’accadimento – scrive Labagnara – che un altro ragazzo, Gabriele Caccavale, di sedici anni, ha lasciato la sua vita su un rettangolo di gioco durante un allenamento, per morte improvvisa. In un momento così delicato siamo vicini alla famiglia e le presentiamo pubblicamente la nostra costernazione per questa immane tragedia. Idealmente abbracciamo i genitori per far sentire loro la nostra vicinanza morale.
Ci ritroviamo vittime di un fenomeno che sta diventando negativamente mastodontico e di cui certamente si può invertire la rotta. Ci indigniamo di fronte a tanto orrore; ma ciò non basta. Occorre agire e con assoluta immediatezza. Non ci si può permettere il lusso di perdere altro tempo. E’ urgente più che mai.
Noi, per quel che ci è possibile e ci si compete, chiediamo, ancora una volta:
una legislazione più ferrea in materia di rilascio di certificazioni di idoneità a praticare qualsiasi attività agonistica; che il protocollo ministeriale sia esteso anche a coloro che vogliono “semplicemente” frequentare le palestre;che i campi di gioco abbiano a naturale corredo un defibrillatore; che siano declassati a inidonei quei campi nei quali manchi questa attrezzatura; che gli arbitri abbiano l’obbligo di non fischiare l’inizio di una qualsiasi competizione in assenza di un operatore autorizzato all’uso del defibrillatore; che i genitori dei ragazzi comprendano quanto importante sia per i loro figli sottoporli a rigidi esami medici prima ancora di dare l’assenso alla pratica sportiva; che rifiutino una certificazione “semplice” per pretendere l’applicazione rigida del protocollo ministeriale; che sottopongano periodicamente i loro figli a controlli diagnostici ed esami ematici, anche se ciò dovesse comportare un sacrificio economico; che i ragazzi siano educati all’essere ligi nell’osservare tutte le norme che non solo la legislazione sancisce, ma che il buon senso vuole; che gli atleti, o gli aspiranti tali, si rifiutino di assumere sostanze chimiche per migliorare, teoricamente, le proprie prestazioni agonistiche; che confidassero ai propri genitori eventuali tentativi di altri nel convincerli ad agire in modo non corretto per migliorare la prestazione nell’ottica di facili carriere; i Sindaci, quali autorità preposta alla salute, possano intervenire con proprie ordinanze in quegli ambiti in cui la legislazione nazionale è carente o assente.
E’ difficile, lo comprendiamo bene; certamente non è utopia. A tutti chiediamo di riflettere su questi interrogativi: è difficile agire correttamente e non correre rischi seri per la salute dei nostri ragazzi? E’ proprio impossibile fare una facile prevenzione seria?
Dateci una risposta ed un impegno reale anche voi signori della politica e dell’amministrazione della cosa pubblica”.