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Provincia di Benevento

Rocca dei Rettori: presentata la mostra collettiva “Divina Commedia”

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Il prossimo 15 febbraio 2013 alle 17.30 riapre il Museo di Arte Contemporanea del Sannio ARCOS al Corso Garibaldi di Benevento con la mostra collettiva “DIVINA COMMEDIA”, grazie al direttore artistico Ferdinando Creta.

La mostra, senza oneri per la Provincia di Benevento, sostenuta da sponsor del territorio particolarmente sensibili all’iniziativa, accompagnata da un catalogo edito da Largo Baracche Project con presentazione di Ferdinando Creta e testi di Achille Bonito Oliva, Mario Franco, Marco Lista e dei curatori, ha ingresso gratuito.

La “Divina Commedia” è un progetto artistico di Largo Baracche, a cura di Mariano Ipri, Giuseppe Ruffo e Pietro Tatafiore: si tratta di una mostra collettiva con 28 artisti ispirata alle tre Cantiche che compongono il celebre poema dantesco: “Inferno”, “Purgatorio” e “Paradiso”.

L’appuntamento di venerdì prossimo ad Arcos è stato presentato dal direttore e dai curatori artistici, dal presidente della Provincia Aniello Cimitile e dall’assessore provinciale alla cultura Maria Felicia Crisci. Come ha scritto Mario Franco nel Catalogo della Mostra, “la prima sede che ospitò l’esposizione La Divina Commedia fu il Pan, il Palazzo delle arti di via dei Mille, a Napoli, che sembrò la sede ideale per testimoniare i nuovi movimenti culturali, le nuove speranze della città, i nuovi aneliti di riscatto, soprattutto da parte degli artisti più giovani.

Se il poe­ma dell’Alighieri era anche un ritratto degli uomini e della società in cui visse il Poeta, sono gli uo­mini e gli accadimenti dell’oggi che hanno fornito stimolo creativo agli artisti messi insieme da Lar­go Baracche. L’idea di fondo è centrata sulle modalità con le quali l’arte affronta la società all’inter­no del proprio contesto. Ma perché rifarsi a Dante? Forse perché sulla citazione, sulla memoria, l’ar­tista trova oggi uno scudo dietro al quale ripararsi da un presente pericoloso, segnato da una forma di peronismo mediatico e da un progressivo degrado dell’etica pubblica.

La Divina Commedia, come è noto, è l’opera più celebre di Dante, una delle più importanti testimonianze della civiltà me­dievale, conosciuta e studiata in tutto il mondo, ritenuta uno dei capolavori della letteratura mondia­le di tutti i tempi. La sua rappresentazione immaginaria e allegorica dell’oltretomba cristiano è un culmine della visione medioevale del mondo sviluppatasi nella Chiesa cattolica.

É anche, però, un’­opera profondamente innovativa, poiché tende a una rappresentazione drammatica della realtà. È ancora oggi un poema stimolante anche per indagare le profondità del proprio io, una poesia di in­trospezione oltre che una poesia che inventa e stabilisce una nuova lingua e un nuovo modo di es­primersi”.

Questo percorso artistico di palingenesi e di rinascita è stato visto dall’assessore alla cultura Crisci come emblematico della speranza dell’uomo contemporaneo, mentre il presidente della Provincia Cimitile ha sottolineato l’impegno forte della sua Amministrazione per la valorizzazione dei beni culturali del Sannio nonostante i tagli di risorse finanziarie. Il direttore artistico Creta ha sottolineato il valore intrinseco della mostra e dei suoi protagonisti Gli artisti hanno dato vita a un racconto che è insieme corale e comunque rispettoso delle identità di di ciascuno.

Queste le firme: Afterall – Maria Giovanna Ambrosone – Alessandro Bavari Krzysztof M. Bed­narski con Silvio Orlando – Blue & Joy – Mary Cinque – Fabulouskhate – Arturo lanniello – Marta Jo­vanovic – Anna Konik – Hans-Hermann Koopmann – Corrado La Mattina – HH Lim – Nino Longobar­di – Carla Mura – Italo Mustone – Pasquale Napolitano – Pino Pipoli – Daniela Politeni – Virginia Ryan – Girolamo Santulli – Beatrice Scaccia – Aria Secca – Mario Spada – Vincenzo Spagnuolo – Ernesto Ta­tafiore – Elio Varuna – Elpidio Ziello.

Secondo Franco, la mostra è dunque una “esperienza multidisciplinare e polifonica che accompagna il visitatore in un percorso che attraversa diversi linguaggi espressivi (dalle video installazioni alla fotografia, dalla scultura alla pittura) per condurlo dall’Inferno al Paradiso».

Le tre cantiche che compongono il poema, Inferno, Purgatorio e offrono agli artisti lo spunto per volgere in chiave mo­derna i luoghi piú famosi del poema: dalla “selva oscura”, nelle video installazioni di Pasquale Na­poletano (“Mondo Cattivo (against us)) e Vincenzo Spagnuolo (Muse), al guado dell’Acheronte, rappresentato da Corrado La Mattina con un enorme specchio nero a forma di teschio, in cui si rispecchia lo scheletro di una barca (opera attualizzata nel titolo: “Dall’Acheronte a Lampedusa”).

Il viaggio prosegue, passando per il Limbo e per i cerchi infernali, dove, con le schiere dei dannati, convivono i lussuriosi (Blue & Joy – “Appunti d’Inferno”), i golosi (Elio Varuna – “Il Girone dei Golosi”) e altri peccatori, fino ad arrivare nel Purgatorio, inaugurato da Maria Giovanna Ambrosone con il suo “Born in Cecenia and Dead in Russia”, dove una donna vestita di nero si fa testimone dei crudeli condizionamenti tesi dai fondamentalismi religiosi.

Così, la Divina Commedia risulta attualissima: non un luogo del passato remoto, ma l’altra faccia della realtà, che parla di noi, dei nostri inferni, purgatori e paradisi, delle nostre cadute e delle nostre risalite, un teatro delle passioni, dove l’uomo é consapevolmente nuovo, teso a mettersi in confronto con il Destino”.

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