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CULTURA

Museo del Sannio: presentato “Alfeo e Aretusa. Giovinezza dei miti greci” di Cimino

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Grande successo per la presentazione di Alfeo e Aretusa. Giovinezza dei miti greci di Maurizio Cimino, edito da Natan Edizioni, presentato sabato 5 gennaio al Museo del Sannio di Benevento.

Come già nelle altre occasioni le numerose persone presenti in sala hanno seguito assorte Cimino che ha sintetizzato il contenuto del libro attraverso la figura di Orfeo tra arte, letteratura, musica e cinema dall’età classica al Novecento.

Secondo Cimino, infatti, la storia di Alfeo e Aretusa è simbolo del mito greco che trascorre dalla terra e dal mare della Grecia nella acque millenarie della cultura occidentale, facendosene archetipo, prestandosi finanche ad essere reinterpretato, riletto o stravolto. Come nel 1858, quando Jacques Offenbach mette in scena a Parigi Orfeo all’Inferno, immaginando che sia Giove in persona a scagliare un fulmine contro Orfeo facendolo voltare e facendogli perdere per sempre Euridice, al solo scopo di tenerla con sé. L’opera – che contò allora più di duecento repliche – si conclude con Euridice che si allontana festosa col dio Bacco e con il famosissimo galop passato alla storia come Cancan.

Insomma la presentazione ha ricalcato il libro nel suo carattere “enciclopedico”. Bene ha esordito quindi Giovanni Rossetti, autore dell’Introduzione, dicendo “La pubblicazione di un libro è sempre un atto di coraggio. Basta guardare all’indice di questo volume per vedere come ne traspaia autentica ricerca”.

I miti di Creta, Micene, Delfi, Olimpia, Atene, saranno poi utilizzati a Roma per la legittimazione del potere, sopravviveranno nell’era cristiana attraverso la clarificazione – “Cultura classica e fede nell’unico Dio si muovono in direzione di un’alleanza, di una sintesi, nella consapevolezza che risulta impossibile liberarsi dall’imponente bagaglio del passato e che per l’intelligenza delle Sacre Scritture torna utile recuperare la sapienza antica”. Ogni epoca, fino al Novecento, reinterpreta il mito e lo rivivifica, dal Rinascimento con Michelangelo e Raffaello, al Seicento di Caravaggio e Bernini, al Neoclassicismo di Canova, all’Ottocento di Monet, Renoir e Cezanne. Poi Klimt, Munch, De Chirico, Picasso nel Novecento, le opere letterarie di Kafka, Pavese, Calvino, Durrenmatt, Bufalino, fino al cinema con Pasolini e Camus.

E una chicca Cimino l’ha riservata anche a Benevento. Chi visita il chiostro di Santa Sofia si imbatte nel pulvino dedicato alla figura di Eva, rappresentata completamente nuda, nella prima immagine nell’atto di sollevarsi le trecce, nella seconda mentre si copre pudicamente le parti intime, a simboleggiarla prima e dopo il peccato. Ebbene, l’ignoto autore delle sculture nel rappresentare la prima donna della Bibbia si ispira all’iconografia classica di Venere, la Venere che nasce dalle acque e si strizza i capelli e la Venere pudica.

Insomma un libro voluminoso ma leggibile secondo vari direzioni di percorrenza, adatto a tutti, appassionati, studenti e studiosi.

Nella copertina del volume Mario Perrotta, fumettista collaboratore di varie testate nazionali, di “Quelli che il calcio…” e della Disney, reinterpreta Alfeo e Aretusa in chiave fumettistica, immagine plastica della giovinezza del simbolo classico.

Alfeo e Aretusa è la terza opera di Maurizio Cimino edita da Natan Edizioni, dopo Nostalgia di bellezza. Immagini mariane a Benevento (2009) e encantado Picasso (2010).

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