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Discarica Tre Ponti: una costosa bomba ambientale. La Provincia rifiuta la pesante eredità e chiede l’intervento del Ministero all’Ambiente

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La Giunta provinciale di Benevento ha deliberato un documento inerente la discarica di Tre Ponti, sita a Montesarchio, la cui titolarità è stata consegnata alla Provincia sannita il 29 dicembre 2009 con uno “scarno verbale”, a firma del Magg. Gen. Morelli, all’epoca vicario per l’emergenza rifiuti in Campania. Il documento precisava che il sito di stoccaggio era “affidato in gestione all’articolazione territoriale Napoli del Consorzio unico Na-Ca”.
Ad oggi però, come si evince dal documento approvato dalla Giunta, l’ente sannita ancora non ha ricevuto, malgrado richiesta, la documentazione contabile e tecnica, ritenuta necessaria per il passaggio di consegne, dall’attuale gestore Consorzio Unico di Bacino in Liquidazione delle province di Napoli e Caserta. Nè si ha traccia del piano di gestione post mortem della discarica di Montesarchio.
A preoccupare la Rocca dei Rettori sono anche i risultati della relazione tecnica elaborata dall’ing. Viparelli, dalla quale emergono “significatici fenomeni di dissesto idrogeologico che interessano il costone argilloso che sormonta l’invaso, e lo stesso invaso è interessato da fenomeni franosi che hanno coinvolto l’intero corpo rifiuti, danneggiando in modo visibile la rete di drenaggio del percolato e con ogni probabilità anche il sistema di impermeabilizzazione della discarica”.
Oggi la Provincia non ci sta a doversi fare carico di oneri così cospicui. Si stima che i costi gestionali minimi siano quasi di 570.000 euro annui, mentre i lavori necessari sono stati stimati tra i 2.500.000 e 3.000.000 euro per la messa in sicurezza e tra i 4milioni e 4.5 milioni per il consolidamento e sistemazioni.
La giunta provinciale ha così deciso di “manifestare ancora una volta al Consorzio Na-Ce, al comune di Montesarchio e a tutti gli enti interessati la assoluta impossibilità di ordine sia giuridico che economico di assumere la gestione della discarica in oggetto, prima che vengano chiariti tutti gli aspetti della vicenda.”
Inoltre la Giunta concorda sul chiedere “con forza al Ministero dell’Ambiente l’immediata convocazione, nella sede competente, di un tavolo tecnico che affronti definitivamente la questione, chiarisca le competenze e indichi modalità e risorse utili per una corretta gestione del sito”.
Dalla relazione dell’ing. Viparelli la discarica di Tre Ponti risulta essere una costosa bomba ambientale. Una grave situazione, determinata stando alla delibera provinciale, “dalla totale disattesa alla norma comunitaria contenuta nella direttiva 1999/31/CE in materia di discariche recepita dal D. L.vo n. 36/2003, perpetrata, sia nella fase di costruzione che di gestione del sito di Montesarchio”, nella fase commissariale dell’emergenza rifiuti in Regione Campania.
Ricordiamo che conferimento nel sito di Tre Ponti, la cui capacità era di 400.000 mc, iniziò il 10 aprile 2006 e proseguì fino al 22 settembre dello stesso anno. A pochi mesi dall’apertura iniziò la fuoriuscita di percolato dalla discarica. IL 25 settembre 2006 è stata posta sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. Dopo il commissariato, la discarica è stata affidata al Consorzio di Bacino Napoli 3, che avrebbe dovuto attivare tutte le operazioni necessarie per la messa in sicurezza della discarica. In base alla documentazione a disposizione della provincia di Benevento, la messa in sicurezza finale della cava di Tre Ponti, sarebbe di circa 7milioni di euro.
Malgrado non si sversi più da tempo, una cosa è certa: la discarica di Montesarchio non si può ritenere chiusa, non solo per la mancata messa in sicurezza, il capping della discarica, e quindi non può essere lasciata al suo destino, ma dove essere gestita, e soprattutto controllata, come una discarica ancora aperta.
(Eri.Far.)