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Ex consorzi, i lavoratori: “Se non ci sarà proroga del progetto regionale non andremo a votare”

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“La proroga del progetto regionale in scadenza il prossimo 11 gennaio”. E’ quanto chiedono i lavoratori dei consorzi rifiuti che si sono riuniti domenica 16 dicembre al centro sociale Depistaggio di Benevento.

“Se ciò non ci verrà garantito, prima delle elezioni, per protesta non andremo a votare – spiegano i lavoratori – e ci attiveremo per non far votare i nostri familiari, parenti, amici e conoscenti”.

“Chiederemo – proseguono – anche ai dipendenti delle aziende in crisi, ai precari, ai pensionati, agli studenti di unirsi alla nostra protesta. Organizzeremo il NO VOTO DAY: bruceremo i certificati elettorali in un grande falò simbolico”.

A destare ulteriore preoccupazione, scrivono i lavoratori in una nota “la mancata presentazione della bozza sulla nuova legge regionale da parte dell’assessore regionale all’Ambiente, Romano. La norma avrebbe dovuto regolamentare la gestione del ciclo integrato dei rifiuti e che doveva essere approvata entro il 31 dicembre.

Gli ATO, che dovrebbero assumere tutti i dipendenti dei 18 consorzi regionali, non sono stati costituiti. La Provincia, grazie al ginepraio montiano, non è a conoscenza di quali poteri amministrativi ha in materia di gestione dei rifiuti. Il Consiglio di Stato prenderà ancora molto tempo prima di esprimersi sulla richiesta, di emanare una definitiva sentenza, presentata dal Commissario liquidatore Carmine Cossiga”.

“In questo marasma generale – prosegue la nota – la condizione sociale e umana degli operatori sanniti è destinata a peggiorare, soprattutto se verrà prorogato per altri dodici mesi l’attività dei consorzi nella regione. Ancora una volta pagheranno solo i 124 dipendenti dei tre consorzi sanniti”.

“Solo grazie ad un progetto – continuano i lavoratori – avversato e deriso da alcuni lavoratori e sindacatini, che sono riusciti a creare solo enormi guai, siamo ritornati nel mondo del lavoro percependo, dopo quasi tre anni e tre mesi di progetto, un misero stipendio eppure risultato comodo anche a chi lo aveva avversato e che ci riempie, quotidianamente, di diffamazioni e calunnie”.

“Noi chiediamo poco, anzi pochissimo, – concludono – rispetto a ciò che per giustizia sociale ci dovrebbero riconoscere. Chiediamo solo la proroga del progetto regionale. Una cosa semplice, veloce e poco costosa”.

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