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POLITICA

Riordino Province. Patroni Griffi: “Sulle giunte pronti a valutare correttivi”

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La vita delle Giunte nella fase di transizione, la scelta dei capoluoghi e gli spostamenti del personale: questi in sintesi i temi toccati dal ministro per la Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, nel corso di un’audizione in commissione bicamerale per le questioni regionali, dedicata oggi al decreto sul riordino delle Province.

“Sulla vita delle giunte valuteremo proposte correttive – ha annunciato il ministro – nella fase di transizione”. In tema di uffici territoriali del governo, il ministro ha invece spiegato “che serve un criterio certo, mentre il governo si limiterà a dare una cornice normativa, ma ogni singolo Ministero avrà la possibilità di decidere la propria organizzazione per il proprio ambito, quindi tenendo conto di esigenze particolari”.

Su questo aspetto Patroni Griffi ha annunciato che a breve verrà approvato un dpr dal Consiglio dei ministri, che potrebbe avere un via libera anche nella seduta di domani. Tuttavia, ha aggiunto, “nel decreto di riordino sono già previste forme di consultazione tra Stato e Autonomie per identificare la migliore allocazione degli Uffici”.

Sulla scelta dei capoluoghi, tema trattato nella maggior parte degli emendamenti presentati in Commissione Affari Costituzionali del Senato, “serve un criterio certo”, ha detto Patroni Griffi. Altro tema affrontato quello del personale: “il trasferimento degli addetti è legato alle funzioni e non al riordino”.

Ha poi aggiunto che “i problemi sul territorio verranno risolti con meccanismi di mobilità”, visto che “non possiamo più permetterci un ammontare di spese sul territorio come accadeva in precedenza e quindi con economie di scala si potranno avere a disposizione più risorse per i servizi”.

Il ministro ha poi giudicato “positivamente”, al termine dell’audizione, l’auspicio della Commissione bicamerale per la conversione del decreto legge. “Anche perché ho visto – ha osservato – una piena consapevolezza delle conseguenze sul piano istituzionale che deriverebbero dalla mancata conversione, a cominciare dalle funzioni delle Province. E questo auspicio della Commissione non può che essere quindi anche del governo.

“Il quale – ha affermato poi – ha dato la disponibilità a emendamenti di carattere generale, mentre crediamo che quelli più localistici metterebbe noi tutti in una sorta di suk che non riusciremmo a governare”.

Sulla questione del riordino è tornato a parlare oggi anche il presidente dell’Upi Antonio Saitta che, intervenendo alla trasmissione televisiva “L’aria che tira” su La7, ha ribadito che il Parlamento debba trovare l’ok sul decreto legge. “E’ necessario che il Parlamento approvi il decreto di riordino delle Province, o saranno a rischio i servizi ai cittadini”, ha detto Saitta.

“Sappiamo bene che questa riforma è molto complicata – ha detto Saitta – e che ci sono questioni importanti, su cui il Parlamento può e deve intervenire, per modificare il testo in modo che rispetti al meglio il volere dei territori e garantisca la governabilità di tutto il processo. Ma se si fermasse tutto adesso, cedendo alle spinte localistiche, sarebbero i cittadini a pagarne per primi le conseguenze, perché verrebbero meno i servizi garantiti dalle Province sui territori.

Si tratta – ha ricordato Saitta in trasmissione – di temi che impattano direttamente sulla qualità della vita delle persone: dalla gestione e messa in sicurezza di strade e scuole agli interventi contro il dissesto idrogeologico”.

Il presidente dell’Upi ha poi aggiunto che a suo giudizio “ci sono alcune modifiche importanti, su cui ci sembra ci sia anche un trasversale accordo, dal chiarimento delle funzioni delle Province al mantenimento delle istituzioni elette democraticamente fino alla scadenza di mandato, alla cancellazione delle norme sui commissariamenti.

Il Parlamento e il Governo – ha concluso – possono trovare un accordo su questi punti essenziali e votare un provvedimento che, arrivati a questo punto, non può essere lasciato in sospeso”.

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