Scuola
Manifestazioni studentesche. La precisazione di Basile (insegnanti precari) sul concetto di legalità

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Daniela Basile del Comitato insegnanti e personale Ata precari del Sannio in merito alle occupazioni delle scuole e manifestazioni studentesche di protesta attualmente in corso.
“Da giorni assisto allo scontro tra docenti e studenti e constato un utilizzo spasmodico della parola “legalità”. Da giorni si accusa i giovani di commettere dei gravi reati nel sospendere le attività didattiche e si chiede il ripristino del normale svolgimento del programma didattico e delle lezioni.
Da un lato abbiamo dei giovani che vivono le contraddizioni della quotidianità, che sulla pelle vivono i diretti effetti di tagli che rendono iingiusto l’intero sistema scolastico e pubblico e che mettono a serio repentaglio le loro vite dall’altro i docenti che presi dall’inconcepibile smania di dover portare a termine l’anno scolastico a tutti i costi, si rendono complici passivi delle illegalità legalizzate.
Ricordo che la stragrande maggioranza delle scuole pubbliche non è a norma in termini di sicurezza, che i dirigenti scolastici in primis ed i colleghi poi acconsentono ad aprire i plessi scolastici, noncuranti della mancata sicurezza, mettendo a repentaglio quotidianamente le vite dei propri studenti.
Ricordo anche che è illegale fare lezione in classi piccole e sovraffollate e che se da un lato la legge dice che bisogna formare classi di oltre venti , trenta alunni dall’altro esiste una norma sulla sicurezza che vieta di stipare persone in luoghi piccoli perchè fortemente dannoso per la salute e per la vita umana.
Ricordo che per legge tutti sono obbligati a denunciare casi d’illegalità e che questo dovere morale e civico non esiste a scuola, dove docenti e dirigenti a testa china entrano in classe rendendosi complici di uno Stato che ogni giorno commette soprusi illegali.
Ricordo che è illegale non garantire pari diritti e pari istruzione così come è un abuso illegale fare lezioni private a casa propria, mettendo in piedi un vergognoso business sulla pelle di chi ha delle difficoltà scolastiche, facendosi pagare profumatamente ed esentasse oltre trenta euro l’ora le proprie prestazioni.
Ricordo che è illegale cambiare libri di testo ogni anno per un motivo o per un altro e costituisce indice di insensibilità sociale, visto che la grave crisi economica non consente a tutte le famiglie di sostenere annualmente esorbitanti spese in libri scolastici, dizionari e quant’altro.
Ricordo che è altresì illegale accordarsi con le case editrici in cambio di sconti così come è illegale non garantire tutti i giorni il diritto allo studio e il regolare svolgimento dell’orario scolastico.
La scuola opera da quattro anni, da quando lo Stato ha deciso di tagliare otto miliardi alla formazione, nella piena illegalità in un vergognoso e tacito silenzio assenso. Il mondo si è capovolto ed i giovani gridano il proprio sconforto dinnanzi alle contraddizioni di un mondo adulto incapace di ripristinare la vera legalità e che in taluni casi consapevole di ciò si trasforma nel peggiore aguzzino pronto a mettere a tacere chi evidenzia tali gravose anomalie illegali”.