POLITICA
Condono. Palma (PdL) e Viespoli (CN): “Dai senatori campani mai più fiducia”

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“Alla presidente Finocchiaro, che afferma che oggi il Pd ha battuto il PdL, diciamo soltanto che ha per un verso battuto la povera gente e per un altro ha coperto le illegalità perpetrate in Campania quando la Regione, le Province e i Comuni erano governati dal centrosinistra. Atteso l’intollerabile ed immotivato atteggiamento tenuto dal ministro Clini e dal suo sottosegretario di Stato, da oggi i senatori campani non voteranno più la fiducia al governo”.
Lo dichiarano Francesco Nitto Palma, commissario regionale del PdL in Campania, anche a nome di tutti i senatori campani del partito, e il presidente di Coesione Nazionale, Pasquale Viespoli, in qualità di senatore campano. Domani a palazzo Madama terranno una conferenza stampa sull’argomento.
“Ancora una volta il Partito democratico, complici l’Italia dei valori e la Lega ed il ministro Clini – aggiungono – ha impedito che il provvedimento sulla riapertura dei termini del condono edilizio del 2003 approdasse in Aula per la discussione e il voto, malgrado la calendarizzazione fosse stata decisa all’unanimità dalla conferenza dei capigruppo appena due settimane fa. Con il voto di oggi pomeriggio la sinistra non ha consentito che si aprisse un dibattito trasparente sulla sanatoria edilizia in Campania, negata a causa di arbitrari provvedimenti della Giunta Bassolino cancellati poi dalla Corte Costituzionale con ben due sentenze”.
“La sinistra, inoltre – proseguono Palma e Viespoli – in una discussione in Aula non avrebbe avuto alcun argomento per giustificare la concessione, a luglio scorso, di una sanatoria nella regione Emilia, per di più con l’ausilio di contributi statali, e per negare quella non concessa in Campania e ammessa a tutte le altre regioni d’Italia nel 2003”.
“La sinistra ed il governo – continuano – non avrebbero saputo indicare in una discussione pubblica tempi, mezzi e modalità per portare a compimento il piano dei 67mila abbattimenti che, con la media delle demolizioni finora eseguite, avrebbe impegnato un arco temporale di 1522 anni, ossia oltre quindici secoli. La sinistra pseudoambientalista, infine, al di fuori delle proprie conventicole, avrebbe dovuto spiegare a tutti con quali risorse finanziarie procedere alle demolizioni e indicare la destinazione dei materiali di risulta e la disponibilità dei siti idonei a riceverli o a stoccarli”.
“Per il momento – concludono – non resta quindi che prendere atto che, vigliaccamente, la sinistra e il governo si sono rifiutati di affrontare a viso aperto una discussione che ha risvolti giuridici, politici, finanziari e sopratutto sociali, e che sicuramente meritava un confronto in Aula, nel corso del quale ciascuno avrebbe avuto il diritto-dovere di assumersi le sue non lievi responsabilità”.