Sindacati
Alla prefettura presidio dei lavoratori della BCS di Limatola. Entro 15 giorni un tavolo per discutere la vertenza
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La delocalizzazione della produzione nei paesi in via di sviluppo miete vittime anche nel Sannio. E’ il caso dei 60 dipendenti dalla BCS, azienda impegnata nel settore dell’automotive, di Limatola. I lavoratori, già in stato di agitazione, si sono ritrovati in mattinata per un presidio nei pressi della Prefettura di Benevento.
L’azienda non ha mai creduto nelle potenzialità professionali dei lavoratori – commenta Ugo Lepore, segretario provinciale Fim Cisl – ritenendo opportuno di spostare la produzione all’estero, circa il 70%, causando un crollo nell’occupazione nel polo di Limatola”.
A preoccupare ulteriormente i dipendenti della BCS la decisione dell’azienda, dello scorso 12 ottobre, di interrompere la cassa integrazione straordinaria e avviare una procedura di mobilità per tutto il personale mettendo in liquidazione il sito.
Durante lo svolgimento del presidio i rappresentanti sindacali di Cgil e Cisl hanno incontrato il prefetto nel tentativo di fare chiarezza sulla complessa vertenza. “Entro quindi giorni, assicurano dalla prefettura, verrano convocate le parti”.
Ma la BCS è solo l’ultima azienda costretta a chiudere i battenti. Nel polo di Limatola, spiegano dalla Fiom Cgil, c’è stata una perdita occupazionale di circa 3000 addetti nel settore metalmeccanico. Una situazione che rischia di minare dalle fondamenta l’economia del Sannio.