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Tabacco. Masiello incontra il ministro Catania

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“Ancora una volta il ministro Catania ha dimostrato disponibilità per realizzare le condizioni per aumentare la competitività del comparto tabacchicolo e sensibilità per affrontare il tema dei divieti comunitari che rischiano di penalizzare pesantemente la coltivazione”.
E’ quanto dichiarato da Masiello, presidente di ONT Italia al termine dell’incontro avuto stamane con il ministro delle politiche agricole. Nel documento consegnato a Catania, Masiello ha trattato i temi del mercato, della proposta di direttiva comunitaria sui prodotti da fumo e l’applicazione dei PSR da parte delle regioni interessate.
Per il mercato è stata rimarcata la necessità degli impegni agli acquisti pluriennali di tutte le manifatture secondo un modello contrattuale che preveda un rapporto diretto con la produzione e una semplificazione dell’intera filiera per consentire una maggiore competitività al prodotto e reddito ai produttori. Per la proposta della Commissione Europea di modifica della Direttiva Prodotti Tabacco, Masiello ha tracciato i numerosi punti critici per la coltivazione nazionale, senza un vantaggio reale per la tutela della salute pubblica.
“La proposta di modifica della direttiva prevede l’introduzione del pacchetto generico, il divieto di esposizione nelle tabaccherie e il divieto di utilizzo di ingredienti nella lavorazione del tabacco varietà Burley. Con queste proposte la commissione intende giustamente ridurre il consumo del fumo, ma rischia di non raggiungere l’obiettivo e di creare disoccupazione, danni all’erario e minore tutela per la salute del consumatore per l’aumento del prodotto contraffatto.
Il divieto di utilizzo degli ingredienti colpirebbe direttamente i produttori di Burley, facendo scomparire una delle maggiori varietà coltivate in Italia con un danno nella sola Campania, regione maggiormente interessata al Burley, di 48 M€ di valore della produzione, 26 M€ di valore aggiunto della trasformazione e 40.000 posti di lavoro tra produzione e trasformazione, peraltro concentrati in una regione con elevati tassi di disoccupazione.
La scomparsa del prodotto campano porterebbe nel breve periodo alla scomparsa della produzione anche in Umbria, Toscana e Veneto perché non sarebbe più interessante per le manifatture rimanere su un mercato pesantemente ridotto nei volumi, con una perdita nazionale di 62.000 posti di lavoro. La scomparsa del tabacco italiano – per Masiello – non avrebbe effetto sul consumo ma aumenterebbe le importazioni di prodotto estero creando solo danni alle nostre economie locali.
Per i PSR è stato rimarcata da ONT Italia l’incapacità delle regioni, in particolare Campania, Toscana e Veneto, nell’applicare misure realmente efficaci per la aziende. È necessario,- conclude Masiello -una forte azione di coordinamento nazionale per recuperare gli obiettivi dei programmi e rispondere alle esigenze delle imprese”.