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Scuola

Riforma della scuola. Basile: “L’intento è distruggere la formazione e renderla accessibile a pochi eletti”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Daniela Basile del Comitato insegnanti e precari Ata, che interviene sulla riforma della scuola portata avanti dal ministro Profumo.

“I continui attacchi denigratori al mondo della scuola, da parte di un Governo di tecnici che opera solo ed esclusivamente per salvaguardare gli interessi delle banche, dimostrano palesemente che l’intento dei poteri forti è quello di distruggere la formazione e renderla accessibile solo a pochi eletti e facoltosi figli di qualcuno. Le manovre degli ultimi tempi costituiscono un salto all’indietro di qualche secolo, quando la cultura era accessibile solo all’aristocrazia.

Il ministro Profumo intende aumetare il monte orario dei docenti delle scuole secondarie, medie e superiori, da 18 a 24 ore, con gli stessi identici compensi salariali, per allinearsi all’Europa. Il ministro Profumo, che ama tanto il bastone ultimamente, alludendo a una maggiore qualità offerta ai propri studenti, ha decisto di bastonare il docente per allinearlo all’Europa.

Peccato che però i conti non tornino e che siano necessari dei corsi di recupero per parecchi luminari ministeriali, pagati coi soldini pubblici, centinaia di migliaia di euro all’anno. Il docente italiano, lavora in media molto in più rispetto al collega europeo e non solo nella stragrande maggioranza dei casi, guadagna molto ma molto in meno rispetto al resto d’Europa.

Un docente francese , a inizio carriera, lavora in media quindici ore settimanali e percepiscre all’incirca duemilacinquecento euro mensili a fronte dei milletrecento dei professori italiani. Non è finita qui. Le ore di lezione frontali, cioè quelle fatte in classe, sono soltanto una parte dell’attività di un docente, che deve nel frattempo impiegare uleriori ore aggiuntive nella correzione dei compiti i classe, nel ricevimento delle famiglie, nella programmazione e nelle attività collegiali.

L’aumento del monte orario inoltre, non sarebbe utilizzato per incrementare le ore di lezione in ogni singola classe, come il ministro vuol far credere, ma per aumentare il numero di classi in cui operare per ogni singolo docente. Così per esempio se oggi un professore di lingua francese insegna in ben nove classi , da settembre prossimo opererà in ben dodici. Il professore italiano dovrà seguire in media circa 300 alunni a settimana, l’aspetto didattico ne uscirebbe indebolito e spersonalizzato e i bisogni individuali dello studente saranno per forza di cose messi da pare.

Nel mentre il Governo stanzia oltre duecento milioni di euro per le scuole private e paritarie che continuano e ricevere incondizionatamete sovvenzioni pubbliche . Giustamete le scuole private, quelle frequentate dai figli di papà, devono poter garantire quell’eccellenza formativa usando i soldi dei lavoratori medi, ai cui figli purtroppo, viene riservato un trattamento sempre più dequalificante.

Oggi è possibile accettare e decidere di lavorare ore in più , ricevendo un compenso accessorio. Da settembre ventiquattrore per tutti a milletrecento euro al mese. Lo Stato italiano risparmierebbe oltre trecento milioni di euro all’anno che destinerebbe alle scuole di élite che tanto ama. Il taglio al personale sarebbe devastante.

Si perderebbero oltre trentamila posti di lavoro e per i docenti precari che da decenni attendono il ruolo e lavorano nell’anonimato sarebbe la fine. Questo concorso non avrebbe senso, perchè la riduzione devastante del personale non richiederebbe nè assunzioni nè supplenze ulteriori e la scuola diventerebbe sempre più vecchia e sempre può vuota di contenuti.

Tutto questo è qualità? E’ attenzione alla formazione culturale giovanile? E’crescita? E’ intenzione a voler uscire dalla crisi? E’ voler tutelare il massacro generazionale? Tutto questo è solo ed unicamente disprezzo per il lavoro e per i lavoratori tutti, è intezione spregiudicata e coclamata a voler trasformare il lavoratore in una macchina da sfruttare oltre i limiti e a cui si possono estorcere sempre più energie.

Questa violenza inaudita, questa aggressione spaventosa che si sta perpetrando al mondo del lavoro e della cultura, ci imopne una resistenza non violenta ma determinata e intransigente contro questi continui attacchi. L’accettazione passiva di decisioni distruttive della vita individuale di tutti, dei giovani in particolare, significa rendersi complici di un sistema che vuol annientare tutti e non è più possibile che questo accada di nuovo.

E’ in gioco la dignità degli individui, il bene comune, i diritti dei disabili, degli operai, dei pensionati, degli studenti, degli impiegati e bisogna difenderla da questi barbari attacchi a partire dal 27 ottobre a Roma dove tutti dovrebbero venire in massa per avvalersi della sovranità popolare e dire a Monti e a questi partiti oramai complici indiscussi di tale massacro sociale,di staccare la spina e tornare a casa”.

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