CRONACA
Incendi: in Campania bruciati quasi 1500 ettari di vegetazione. I geologi:”rischio frane”

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Sono circa 1490 gli ettari di vegetazione distrutti dalle fiamme in Campania dal I agosto a fronte dei 1600 ettari distrutti nell’intero mese di agosto dello scorso anno. A rendere noto il dato è Vito Amendolara, consigliere per l’agricoltura del presidente della Giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro, sottolineando che stanno operando, coordinati dalle cinque centrali provinciali, gli 850 uomini delle Comunità Montante, i 450 addetti della Sma (la società regionale) e i 280 addetti della Regione. Ovviamente gli addetti operano in stretta collaborazione con gli uomini del Corpo forestale dello Stato e con i comandi provinciali dei vigili del fuoco.
Ma quest’anno c’é da registrare che oltre mille imprese agricole della Regione hanno fornito il loro contributo per le opere di avvistamento e segnalazione: segnalazioni puntuali che consentono di rendere più celeri gli interventi di spegnimento. “Bisogna distinguere – dice Vito Amendolara – tra gli incendi boschivi e quelli dei roghi di rifiuti”.
Amendolara respinge con forza anche le polemiche in merito al presunto ritardo del piano antincendi: “Nessun ritardo perché il piano vige tutto l’anno”. Per Amendolara grazie all’adozione della “carta dei suoli” è stato possibile “monitorare con costante attenzione tutti i punti di maggiore criticità”.
“Negli anni scorsi abbiamo assistito a disastri di natura idrogeologica che erano figli degli incendi degli anni precedenti”. E’ quanto denuncia Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi
che mette in guardia da possibili rischi idrogeologici derivanti dagli incendi. “In Italia continuano a bruciare boschi e ampi territori vocati all’agricoltura.
Gli incendi – prosegue Graziano – sono una grande piaga per il nostro Paese, non soltanto perché sottraggono suolo produttivo all’agricoltura, perché modificano il nostro straordinario paesaggio, perché distruggono importanti ecosistemi, ma anche perché espongono pericolosamente i territori devastati ad ulteriori rischi di frane ed alluvioni. Quando brucia la vegetazione, viene meno la sua proficua azione di drenaggio delle acque, viene meno l’azione di traspirazione delle piante, viene meno la capacità delle stesse piante di trattenere il terreno sottostante”.